Lotta al nematode galligeno, contributi ai risicoltori

Lotta al nematode galligeno, contributi ai risicoltori

Lotta al Nematode galligeno (meloidogyne graminicola il nome scientifico), il parassita che attacca il riso alle radici. Il Piemonte è fra le regioni più colpite da questo nematode diffuso nel Sud-est asiatico, in Sud Africa, Nord America e America Latina, mentre sino a qualche anno fa non era mai stato segnalato in Europa. La Regione Piemonte è intervenuta con un contributo di 197 mila euro finalizzato a indennizzare i risciltori che hanno subito danni. “Tenuto conto del pericolo che esso rappresenta pe l’econimia risicola piemontese – dice l’assesore all’Agricoltura e cibo dela Regione, Marco Protopapa – il settore fitosanitario e servizio tecnico scientifici, in collaborazione con Ente Nazionale Risi, ha tempestivamente attivato interventi di monitoraggio , eradizazione e contrasto alla diffuisione di questo parassita. In Piemonte è soprattutto nei Comun di Buronzo (Vercelli), Mottalciata (Biella), Gifflenga (Biella), dove sono stati riscontrati i principali focolai. Il principale sistema di lotta consiste nella continua e proluingata sommersione delle risaie, anche in inverno, con il divieto di coltivzione per il tempo necessario all’eradizzazione del nematode. I contributi coprono parte dei costi sostenuti dalle aziende per la sommersione, per la gestione delle risaie e la perdita del reddito derivato dalla mancata coltivzazione.

Il nematode non è inserito nell’elenco dell’Organizzazione Europea per la Protezione delle Piante (E.P.P.O.) nella Lista A2 (Alert List A2) che elenca gli organismi nocivi già presenti in alcune località dei Paesi dell’Organizzazione e per i quali si sollecita una regolamentazione come patogeni da quarantena; è comunque considerato organismo nocivo di quarantena nei Paesi asiatici.

Il riso è la pianta ospite economicamente più importante, ma il parassita ha un’ampia gamma di ospiti alternativi, comprese molte piante invasive comunemente presenti nelle risaie e che possono rappresentare un serbatoio importante per la specie. Secondo una nota del Settore Fitosanitario dellza Regione Piemonte come le altre specie del genere Meloidogyne, è un nematode endoparassita sedentario associato alle radici delle piante ospiti. L’attacco da parte del nematode induce una ridotta funzionalità dell’apparato radicale, che non è più in grado di assorbire acqua e sostanze nutritive in quantità sufficiente a garantire l’equilibrato sviluppo della pianta.

Può essere identificato osservando le radici delle piante colpite in quanto provoca la formazione di galle sugli apici meristematici, che sono la risposta dell’ospite all’invasione da parte del parassita. A differenza di altri nematodi galligeni, la specie è adattata anche alle condizioni di sommersione e può vivere sia in terreni asciutti sia in presenza di acqua. L’infestazione da parte di M. graminicola può provocare danni ingenti alle coltivazioni di riso: nel Sud-est asiatico sono riportate perdite comprese tra il 20 e l’80% del raccolto, a seconda del tipo di coltivazione, delle condizioni ambientali e della tipologia del suolo.

Sempre sul fronte degli aiuti ai produttori di riso la Regione Piemonte ha pubblicato la deroga che autorizza l’uso del prodotto Verresta a base di ciclossidim nelle coltivazioni che hanno aderito alla misura 10.1 “misure agroclimatiche ambientali” (produzione integrata) del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020. Ovviamente l’utilizzo è autorizzato esclusivamente per le coltivazioni di riso tolleranti (tecnologia Verresta). Deroga anche per benzobicyclon, autorizzato dal Ministero della salute per situazioni di emergenza fitosanitaria.

galligeno

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