La banda silenziosa darà voce a chi vive in cascina

di Gianfranco Quaglia

Gli italiani in possesso di conoscenze informatiche medie o alte sono appena il 54%, lontani dall’80% di Finlandia e Norvegia. Neppure il 18% dei lavoratori ha ricevuto una infarinatura informatica durante il percorso di studi, mentre la media europea è del 30%. Se poi esaminiamo il capitolo connessioni, l’Italia risulta arretrata per quanto riguarda la velocità. Solo il 36% è coperto dalla banda ultralarga, contro la media europea del 68,1%. E nel mondo rurale com’è lo stato dell’arte? Secondo l’ultimo censimento agricolo (cinque anni fa) 60 mila aziende agricole (su un totale di un milione e mezzo) usano il computer e 20 mila sono quelle collegate alla rete Internet. Per fortuna c’è in atto una rivoluzione culturale da parte delle nuove generazioni volte a cambiare i rapporti e colmare il «gap» che ci separa dal resto dell’Ue. Ma non sempre è possibile, anche mettendoci tutta la buona volontà. Esistono cascinali, non lontano da centri abitati come Alessandria, Cuneo, Torino, dove le connessioni sono impossibili. Citiamo il Piemonte come regione emblematica: a un’agricoltura avanzata e di grande qualità si contrappone una realtà fatta di coni d’ombra e comunicazioni d’altri tempi. Costruzioni rurali e cortili incassati nelle valli, schermati da rilievi montuosi o collinari, dove Internet, Ipad, tablet, giga, insomma l’agricoltura 3.0, quella innovativa e smart, sono ancora messaggi pubblicitari visti in Tv. Per questo Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, al convegno organizzato da Coldiretti sull’applicazione del prossimo Psr (Programma di sviluppo rurale) ha annunciato senza mezzi termini uno sforzo per estendere la banda larga anche a chi sceglie di vivere e lavorare nei campi. Uno dei capitoli del nuovo Psr riguarda appunto la connessione: «Questa è l’ultima occasione per portarla in tutti i cascinali, con cavi, antenne. Gli agricoltori hanno diritto di usufruire ed essere connessi esattamente come coloro che vivono in città. Le risorse ci sono e non dobbiamo sprecarle, la banda larga sarà uno degli obiettivi principali».

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