Un Vinitaly 4.0 con la rivoluzione digitale

Un Vinitaly 4.0 con la rivoluzione digitale

Sarà un Vinitaly digitale, durante il quale sarà inaugurato un progetto pilota di digital transformation che coinvolgerà alcune migliaia di buyer esteri e saranno sperimentate soluzioni 4.0. Ma sarà anche la capitale della nuova Politica agricola comune, come ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, presentando la 51.a edizione che si svolgerà a Verona dal 9 al 12 aprile. “Una occasione imperdibile – ha aggiunto – per riscrivere le linee a sessant’anni dai Trattati di Roma costitutivi della Comunità economica europea, con la presenza del commissario europeo per lagricoltura Phil Hogan. Chiediamo quindi in particolare all’esperienza vitivinicola italiana di essere protagonista di questa riflessione. A Vinitaly porteremo il Testo Unico del Vino; daremo spazio alla discussione presentando il primo pacchetto attuativo. Anche sul registro vinicolo digitale, la sfida è decisiva e va seguita con grande attenzione nelle prossime fasi. E’ un cambio di prospettiva che dovrà essere un processo collettivo”. vinitaly2017

Per Maurizio Danese, presidente di Veronafiere: “Il nuovo piano da 94 milioni di euro di investimenti al 2020 ha analizzato attentamente le dinamiche del mercato fieristico mondiale, europeo e italiano. Per il settore wine and food, e quindi con Vinitaly, Sol&Agrifood, Enolitech e il sistema ad essi collegato, il progetto prevede una crescita mirata all’estero e nuovi servizi per l’internazionalizzazione delle

imprese del settore, con focus su Stati Uniti, Cina”.

“Per raggiungere questi obiettivi spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – ci stiamo attrezzando anche dal punto di vista tecnologico”.

Tra i punti di forza dell’azione di Vinitaly, l’internazionalizzazione del business resta una priorità. All’inizio di marzo erano già2mila i nuovi buyer esteri registrati per questa edizione. I nuovi arrivi del trade provengono in particolare da USA (da una ventina di Stati della confederazione), Cina, Hong Kong, Australia, Canada, Francia, Danimarca, Belgio, Germania, Giappone, Svizzera, Norvegia, Svezia e Russia. Tra questi in aumento le presenze anche da Taiwan e Brasile e, nonostante l’imminente Brexit, il Regno Unito aggiunge all’elenco

100 nuovi buyer. Nella scorsa edizione sono stati 28mila i buyer provenienti da 140 nazioni su 49 mila operatori esteri e 130mila visitatori complessivi.

 

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