Se l’albicocca a scuola è una albaricoque made in Spagna

di Gianfranco Quaglia

L’Emilia Romagna guida la classifica di produzione di frutta in Italia, seguita dal Piemonte. Non è una notizia nuova, ma forse non lo sanno nelle scuole romagnole o, quantomeno, a Montiano, comune della provincia di Forlì-Cesena. Qui il genitore di uno scolaro ha protestato perché il figlio ha portato a casa una confezione di albicocche di provenienza spagnola, nell’ambito del programma che il Ministero delle Politiche Agricole finanzia per promuovere il consumo della frutta nelle scuole. Fresh-Plaza, testata online altamente specializzata nel settore ortofrutticolo, ha condotto un’indagine per capire quali meccanismi stanno alla base di queste scelte. Semplice la spiegazione: l’aggiudicatario del lotto ha dichiarato che i tempi stretti dovuti alla burocrazia e alle assegnazioni costringono a orientarsi verso altri fornitori in grado di di garantire con rapidità grandi volumi di prodotto. E l’unico capace di assicurare ciò, guarda caso, è straniero.
L’inchiesta induce però ad approfondire e ad altre riflessioni, prima fra tutte la dipendenza dell’Italia nei confronti del settore frutticolo. E’ sufficiente aggirarsi per i reparti frutta di molti supermercati appartenenti sia a catene italiane sia estere per vedere quanti sono i prodotti che arrivano da oltreconfine: arance dalla Spagna, noci dal Cile, tanto per fare qualche esempio. Il fatto è che la produzione italiana non è più in grado di soddisfare la richiesta dei consumatori. Secondo Coldiretti negli ultimi 15 anni il disboscamento delle campagne è alla base delle importazioni, aumentate del 42 per cento tanto da raggiungere 2,15 miliardi di chili. A determinare la parziale scomparsa degli alberi da frutto è stato il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che non riescono più a coprire i costi di produzione. Qualche curiosità: il taglio maggiore riguarda i limoni (-50%), seguiti dalle pere (-41%), pesche e nettarine (-39%), arance (-31%), mele (-27%). Le statistiche ci dicono che una pianta di frutto su tre è destinata a scomparire e che negli ultimi 15 anni si sono volatilizzati oltre 140 mila ettari di alberi di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti. Allora non c’è da stupirsi se nelle scuole entra l’albaricoque made in Spagna mentre noi fingiamo di vantarci del nostro inimitabile made in Italy.

You must be logged in to post a comment Login