Sapessi com’è strano tagliare il riso sui tetti a Milano

di Gianfranco Quaglia

Quando Mario Maratelli oltre un secolo fa (1914) scoprì per caso nel suo campo di riso una spiga diversa da tutte le altre e decise di svezzarla sino a ricavarne una varietà, molti gli diedero del visionario. Quando 101 anni dopo la Strada del Riso Vercellese, la Provincia di Vercelli, la Fondazione Pistoletto e Novacivitas di Biella, hanno deciso di coltivare una risaia sui tetti di Milano, i detrattori hanno risposto con un sorriso di benevolenza. Ma può accadere che un venerdì gli scettici di inizio ‘900 e quelli della generazione 2.0 siano smentiti dai fatti: sulla Terrazza di SuperstudioPiù, in via Tortona 27, sette varietà di riso (compreso il Maratelli erede diretto di quella spiga progenitrice) sono arrivate a fine corsa, pronte per essere raccolte. Questa è la storia del taglio del riso cresciuto in sette camere di risaia ricavate su una terrazza nel cuore di Milano, i sacchi di terra issati con le gru, poi la costruzione del sistema irriguo e la semina, come ricorda Alice Cerutti, presidente della Strada del Riso che oggi guarda con orgoglio il taglio di Baldo, Carnaroli, Cerere, Venere, S. Andrea, Arborio e Maratelli.
Il tutto rigorosamente a mano, proprio come avveniva ai tempi di Mario Maratelli. Antico e futuro convivono offrendoci una lezione di recupero del passato, come hanno voluto gli eredi attuali, Vittorina e Augusto Maratelli, che hanno rilanciato quella varietà ormai destinata all’oblio. La risaia sul tetto, uno dei simboli del FuoriExpo in Città, è anche un forte messaggio, una sfida all’impossibile. Questo il filo comune che unisce la storia del Maratelli alla bizzarria di inventare una risaia in terrazza, per raccontare ai milanesi e al mondo che nutrire il pianeta energia per la vita è anche fantasia di un vecchio Piemonte ricco di potenzialità e che qualche volta osa presentarsi. Piccole soddisfazioni, come il fagiolo di Villata, altro prodotto d’eccellenza ricco di tradizione, dove il lavoro di Umberto Uga e di alcuni coltivatori hanno consentito di mantenere la selezione. Tutto questo accade in un venerdì d’ottobre sui tetti di Milano.

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