Risaia e irrigazione, A Vercelli vertice con Salvini e Pichetto Fratin

Risaia e irrigazione, A Vercelli vertice con Salvini e Pichetto Fratin

Cento anni di Anbi (Associazione nazionale bonifiche italiane) e 170 del Consorzio Ovest Sesia. I due anniversari, che scrivono la storia dell’irrigazione nel nostro Paese e dello sviluppo agricolo, saranno celebrati lunedì 20 marzo al Teatro Civico di Vercelli. Ma non sarà soltanto una celebrazione di date. Sarà un momento di confronto e riflessione sull’importanza dei consorzi e soprattutto si farà il punto sulla drammaticità attuale: la mancanza della materia prima, cioè l’acqua, che condiziona fortemente la risaia e altre colture. Ai ministri Matteo Salvini e Gilberto Pichetto Fratin il mondo agricolo chiederà interventi urgenti per risolvere un problema che rischia di impattare sul comparto primario, cancellando anni di lavoro, aziende e prospettive. In gioco c’è il futuro della risicoltura. Con le istituzioni saranno presenti anche gli amministratori della Regione (il presidente Alberto Cirio, l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa) e altri esponenti politici. Stefano Bondesan, presidente di Ovest Sesia: “Oggi il Piemonte è la regione che più di tutte soffre di deficit irriguo. Noi rappresentiamo il primo consorzio d’Italia e d’Europa, ma il virtuosismo riconosciuto negli anni rischia ora di essere minato da eventi climatici. Non possiamo più permetterci di perdere acqua, dobbiamo sfruttare al meglio tutti gli investimenti”. Vittorio Viora, presidente di Anbi. Piemonte: “Siamo di fronte a un vero disastro. In Italia si stocca soltanto l’undici per cento delle acque piovane. Negli anni 60 eravamo al 15%. La Spagna oggi è al 35%. In altre regioni d’Italia qualcosa è stato fatto, come in Sardegna, dove una grande diga conserva acqua da due anni. Altre dighe esistono in Lucania e in Puglia, in Romagna. In Piemonte, invece, è un disastro totale. Che fare in attesa che siano realizzati gli invasi anche qui? Innanzitutto occorre rivedere le regole del deflusso ecologico stabilito dall’UE per i grandi fiumi del nord Europa che hanno stabilità. Da noi la situazione è diversa, non è possibile applicare una quantità prestabilita. Occorre maggiore flessibilità”.pac regione piemonte

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