Quei vini dicono 33: sono figli di lotta integrata e meritano di più (photogallery)

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Trentatré anni di attività di difesa integrata nei vigneti delle colline novaresi. Un valore aggiunto del territorio, come recitava il sottotitolo dell’incontro che si è svolto nelle Cantine dei Colli Novaresi a Fara. Un incontro, ormai diventato abituale, ma di volta in volta sempre più ricco di contenuti e confronti, con il coordinamento di Stefano Vercelloni, vicepresidente nazionale Città del Vino, e di Antonio Pogliani (Ordine degli agronomi), moderatore il giornalista Massimo Del Zoppo.

Vercelloni ha ricordato l’impegno dei viticoltori e la difesa del territorio, che nel 1969 ha ottenuto il riconoscimento delle Doc (“Allora c’erano 6700 ettari vitati con 548.000 ettolitri, oggi siamo a poco più di 850 ettari”). ma la viticoltura novarese oggi può vantare l’eccellenza, mutuata da una grande esperienza che non va dimenticata. “E a proposito del passato – ha aggiunto – sarebbe bene rilanciare antiche pratiche, come qualche filare coltivato a Maggiorina, sarebbe un peccato perderli. Guardando al domani penso a un nuovo regolamento di polizia rurale intercomunale, mi piacerebbe coinvolgere la Regione”. Sulle prospettive fara5fara6fara7fara8fara9fara10è intervenuto Giuseppe Carlo Lozzia, docente dell’Università di Milano, lanciando un messaggio ai numerosi produttori presenti: “Impariamo a vendere il territorio”. Un tema ripreso anche dall’assessore regionale all’agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa: “Dietro a un bicchiere di vino c’è una storia, occorre far conoscere come quel prodotto nasce. E puntare sulle scelte è diventato essenziale: qualità invece della quantità. Le grandi quantità devono essere riviste, è arrivato il momento del sacrificio delle rese”. E Guido Bignami: “Vendere il territorio, far vedere al consumatore che il vino viene veramente dall’uva. Prendere spunto da altre regioni, come il Trentino, dove hanno realizzato i vigneti pedonabili”.

Michele Vigasio ha parlato del flagello rappresentato dalla Popillia japonica, che in alcuni casi ha ridotto del 50 per cento la produzione: “Stiamo combattendo con vere e proprie tecniche di guerra”. Luca Toniato, agronomo e presidente Ager, ha parlato della digital revolution, con i satellitiche rilevano le mappe di vigore del vigneto: “Occorre raccontare il territorio, ma con i dati”. Manuela Impallari (Novamont), ha illustrato le esperienze delle bioplastiche in vigneto: la pacciamatura biodegradabile. Ifara2fara1fara3fara4l telo in Mater Bi contro le infestanti. E’ intervenuto anche Andrea Bricco, consigleire delegato della Provincia di Novara.

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