Piemonte e Argentina, uniti in agricoltura da una parola: “Pequeno”

di Gianfranco Quaglia

“Lo pequeno es hermoso”. (Piccolo è bello). Lo dice Santiago Hardie, segretario per il coordinamento e lo sviluppo territoriale dell’Argentina. Che aggiunge: <E il Piemonte è un esempio>.  Riconoscimento sul campo, pronunciato a Slow Food Terra Madre, dove Hardie ha incontrato il nostro viceministro alle Politiche Agricole, Andrea Olivero. Che a sua volta conferma l’interesse di Buenos Aires per la terra subalpina, legata all’Argentina da scambi culturali, commerciali e soprattutto da una tradizione di emigranti che hanno contribuito allo sviluppo del Paese latino dall’Ottocento ai giorni nostri, annoverando anche illustre parentele, come gli avi di Papa Francesco.
Il modello Piemonte, dice Olivero, è attrattativo per l’Argentina che a dispetto dei luoghi comuni ha molte similitudini con il sistema agricolo delle vallate e della pianura piemontesi. Benché il pensiero vada alle Pampas, alle grandi <fazende>, la realtà è un po’ diversa: laggiù, alla fine del mondo come ha detto George Bergoglio subito dopo la sua elezione al soglio pontificio, la maggior parte delle imprese agricole è di taglia medio-piccola. Pequeno, appunto. Pochi ettari di terreno, centinaia di migliaia di agricoltori che da soli non sono in grado di sostenere i costi di produzione. Santiago Hardie ha colto l’opportunità dei giorni di Terra Madre per capire e studiare il nostro sistema agricolo-industriale, soprattutto quello zootecnico, dove associazionismo e cooperative sono vincenti.  L’interscambio porterebbe vantaggi anche all’Italia: l’Argentina potrebbe rivelarsi un ottimo serbatoio di materie prime non Ogm, da destinare all’alimentazione zootecnica.

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