Piacere fassone, l’antico zebù parla Piemontese e sbarca a Expo (fotogallery)

Piacere fassone, l’antico zebù parla Piemontese e sbarca a Expo (fotogallery)

SAM_1334Aria di Piemonte, con i canti dialettali delle vallate cuneesi riproposti da «Doc» Danilo Dalmasso, nel padiglione «Waterstone by Intesa San Paolo» di Banca Intesa a Expo 2015. Ma soprattutto con i gusti, i sapori e la storia della razza Piemontese. Perchè questo era lo scopo della giornata di «Piacere fassone» con gli allevatori della cooperativa Compral di Cuneo, (210 soci, diecimila capi, fatturato 25 milioni di euro). Una realtà di alta qualità, che rappresenta il 15% del parco zootecnico bovino del Piemonte, come ha ricordato Bartolomeo Bovetti, storico direttore Associazione allevatori di Cuneo, che con il presidente Alberto Chialva ha ripercoso brevemente la storia della Piemontese. Un cammino che arriva da molto lontano, addirittura dal Pakistan e dalle steppe euroasiatiche della Russia. Insomma, l’antenato del fassone sarebbe lo zebù che per ragioni ingote hanno compiuto una trasmigrazione continentale sino ad arrivare in Italia e in altri settori dell’Europa.

Protagonisti per poche ore alla grande esposizione universale di Milano Rho, ma tanto è bastato perché la Piemontese fosse al centro dell’attenzione. Con i racconti e la presentazione delle tecniche di allevamento. Gigi Padovani, giornalista enogastronomico, ha condotto il «talk show»dando la parola proprio a loro gli allevatori, chiamando in causa di volta in volta Beppe Bertola, vicepresidente, Renato Giordano. Poi il veterinario Roberto Facelli, vicedirettore Associazione allevatori Cuneo, che ha sfatato lo stereotipo secondo cui per allevare animale da carne si fa un uso eccessivo di acqua. Sono intervenuti anche Gian Maria Bertolotto, Pier Ravera lo chef Riccardo Milone che propone carne Compral all’Harris Bar di Venezia; Fabrizio Bocca della «Fassoneria»di Piazza Emanuele Filiberto di Torino. Molti gli ospiti e tra questi Fiorenzo Cravetto, direttore de <La Nuova Gazzeta di Saluzzo>.

Ma perché si chiama fassone? Derivazione dal francese, traducibile con «modo di fare».

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