Pesche, mercato in crisi: Piemonte la regione più colpita

Pesche, mercato in crisi: Piemonte la regione più colpita
Superficie PIEMONTE (ettari) Superficie ITALIA

(ettari)

Anno 2000 7.083 82.401
Anno 2010 5.954 65.955
Anno 2016 4.233 65.761
Differenza 2000/2016 40,2% 20,2%

Fonte: Elaborazioni Confagricoltura Piemonte su dati Istat

 

Il grafico è esplicito: in sedici anni la superficie coltivata a pesche in Piemonte è diminuita di oltre il 40 per cento, esattamente il doppio del taglio avvenuto in Italia. Il Piemonte, terza regione d’Italia per produzione (dopo Campania e Emilia Romagna), è quella che paga maggiormente per la crisi che si è abbattuta sul settore delle nettarine a causa dei prezzi pagati alla fonte: per un chilo di pesche, agli agricoltori vengono liquidati 20-25 centesimi, mentre nella grande distribuzione (media nazionale), il prezzo finale va da 1,5 a 2,5 euro al chilo. Una forbice inaccettabile. Lo denuncia Confagricoltura Piemonte, che si fa portavoce dell’emergenza che riguarda un comparto prioritario dell’agricoltura regionale e nazionale. Attualmente le imprese agricole stanno lavorando in perdita e, se la situazione non migliorerà, non raccoglieranno più la frutta, poiché il costo di produzione e le spese per la manodopera sono più alti del prezzo della merce sul mercato. Quest’anno, inoltre, la produzione è stata qualitativamente e quantitativamente di ottimo livello, nonché precoce, accelerata dalle elevate temperature degli ultimi mesi.

“La situazione è diventata insostenibile e crea ripercussioni su tutto il sistema”, dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia. “Andando avanti di questo passo si annienterà una filiera produttiva che ha caratterizzato il nostro territorio, mettendo in crisi il rapporto con i consumatori che oggi risparmiano qualche centesimo, ma che domani non troveranno più pesche piemontesi”. La crisi si acuisce con la permanenza dell’embargo russo, che stoppa l’export tricolore e blocca un importante mercato per la nostra produzione.pesche

Confagricoltura rivolge un invito ai consumatori a prestare attenzione e seguire le fasi di mercato, mentre alla grande distribuzione l’appello è di una maggiore responsabilità per la salvaguardia della filiera. “Alle istituzioni – conclude Allasia – chiediamo di farsi carico del problema, al nostro fianco, poiché per continuare a promuovere il Made in Italy è necessario innanzitutto che ci sia la produzione”.

 

 

 

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