Lezione di agromafie nel liceo degli Agnelli

di Gianfranco Quaglia

Sono sufficienti i nomi di alcuni allievi illustri per comprendere dove siamo: l’Avvocato Gianni Agnelli, Umberto Agnelli, Norberto Bobbio, Giulio Einaudi, Carlo Casalegno, Guido Ceronetti, Furio Colombo, Primo Levi, Cesare Pavese. L’elenco potrebbe continuare. Tutti sono passati sui banchi del Liceo Massimo d’Azeglio, qui si sono formati prima di diventare protagonisti e famosi. Il D’Azeglio, istituzione storica di Torino, è stato scelto dalla Coldiretti per un laboratorio di educazione civica, legalità e agricoltura. Un esperimento unico che coinvolge gli studenti sino alla simulazione di un processo nel quale assumeranno i ruoli di personaggi di una inchiesta sulle agromafie. L’idea è nata in collaborazione con il liceo e Antonio Rinaudo, già magistrato della Procura della Repubblica di Torino, alla Direzione Distrettuale antimafia e antiterrorismo, attualmente componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.

La criminalità nel settore agroalimentare ha un volume d’affari superiore ai 25 miliardi di euro l’anno, come ricorda Fabrizio Galliati presidente Coldiretti Torino. Ma le scelte e il consumo consapevole di ciascuno di noi possono essere il miglior antidoto, inducendo a un cambiamento verso la legalità e la partecipazione attiva: ecco l’obiettivo del laboratorio.

Sei le classi coinvolte, al termine del ciclo il magistrato prenderà in esame un caso giudiziario concluso, per riflettere sulle attività delle reti criminali, le mafie con i colletti bianchi che si inseriscono all’interno dei consigli d’amministrazione delle società e gestiscono capitali illeciti acquisiti. Dice Rinaudo: attraverso gli incontri con gli studenti ho l’occasione di spiegare ai giovani e anche alle loro famiglie che oggi educazione alimentare non significa solo sapere cosa mangiare, ma come acquistare gli alimenti in modo corretto. Tutto ciò presuppone una conoscenza dei canali distributivi del cibo e della Grande distribuzione organizzata, a partire dal prezzo pagato all’agricoltore.

 

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