L’Europa del riso dal Forum di Bruxelles: rimettere i dazi alle importazioni

L’Europa del riso dal Forum di Bruxelles: rimettere i dazi alle importazioni

Mentre a Davos andava in scena la battaglia dei dazi, con i grandi della Terra alle prese con il protezionismo annunciato da Trump su frigoriferi e lavatrici in arrivo dalla Cina, A Bruxelles andava in onda il secondo Forum del riso, con i rappresentanti dei principali paesi produttori (Italia in testa) dell’Ue determinati a erigere un muro contro l’invasione del prodotto dal Sudest asiatico. In questo caso si chiede di ripristinare i dazi azzerati al rido in arrivo dai Pma (Paedsi meno avanzati), leggi soprattutto Camblogia e Myanmar. E’ il secondo passo ufficiale, dopo il G7 che esattamente un anno fa sisvolse a Milano, sempre su iniziativa dell’EnteNazionale Risi. Questa volta il vertice era nella sede del Copa-Cogeca (Comitato delle organizzazioni agricole europee). Ed è stato l’EDnte Risi, con il presidente Paolo Carrà, a illustrare le conseguenze delle agevolazioni daziarie che hanno determinato nell’UE una riduzione del 42% della superficie investita a riso Indica.

Felice Assenza ha ricordato l’impegno del Ministero Politiche Agricole nella crisi del riso. Tutti d’acordo alla fine: avanti nella richiesta della clausola di salvaguardia, della modifica del’art. 29 del regolamento UE, afinché venga considerata in modo davvero incisivo la specificità del riso nei neogziati internazionali e che questa rientri nella futura programmazione PAC. Poi, il problema della reciprocità delle regole nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari, l’importanza dell’indicazione sull’origine del prodotto. Infine la richiesta che siano predisposte misure eccezionali a sostegno del settore in crisi e che venga istituito un plafond specifico nell’ambito della promozione. All’incontro è ingervenuto il segretario generale del Copa-Cogeca, Pekka Pesonen. Poi l’incontro con gli europarlamentari. Per l’Italia hanno partecipato De Castro, Beghin, Cicu, Ciocca, Cirio e gli assistenti di Comi, Bizzotti e Salvini. Gli europarlamentari si sono impegnati a creare un fronte unico per presentare le richieste del Forum nelle sedi appropriate.

Confagricoltura ha partecipato con la vicepresidente Elisabetta Falchi, il presidente della Federazione nazionale risicola Giovanni Perinotti, e Cristina Tinelli dell’Ufficio Confagricoltura di Bruxelles. L’apèice delle importazion – ha sottolineato Confagricoltura – è stato raggiunto nella campagna 2015-2016 con 1,239 milioni di tonnellate di equivalente riso lavorato la Cambogia è diventata in assoluto il primo fornitore di importazione. Fra i temi proposti da Confagricoltura e condivisi dai partecipanti, l’esigenza di ragionare su un eprcorso di etichettatura che consenta il ricnoscimento e la connotazione del nolstro prodotto rispetto a quello importato. E l’attivazione di misure eccezionali di ssotegno da parte della Commissione europea, come già avvenuto per altri settori in crisi, ad esempio il latte.

Mario Francese, presidente Airi (Associazione industrie risiere italiane): “Il 65% del prodotto importato in Ue arriva dal Sudest asiatico. la soluzione non può essere che di carattere politico. Ma la politica lo vuole veramente?”.

Nel dibattito a distanza interviene anche Coliretti Piemonte, con la presidente Delia Revelli, Paolo Dellarole (Vc-Biella, con delega al settore risicolo), e il delegato confederale Bruno Rivarossa: “Il risultato di queste importazioni massice è che un pacco di riso su quattro venduto in continee prodotto straniero con le quotazioni del riso italiano per gli agricoltori crollate mentre al consumo i prezzi sono sostanzialmente stabili”.

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