La Cina toglie il blocco e riapre le porte al gorgonzola

La Cina toglie il blocco e riapre le porte al gorgonzola

La Cina ha riaperto le porte al gorgonzola e agli altri formaggi erborinati, dopo il blocco di alcuni mesi fa operato dalle autorità sanitarie cinesi. E’ stato decisivo l’intervento di Assolatte alla quale l’ambasciata italiana ha comunicto che si potranmno riavviare le esportazioni. La decisione adoattata a fine agosto di sospendere le esportazioni aveva messo a rischio un mercato molto promettente per i formaggi italiani. La situazione – come riferisce un comunicato di Assolatte – è stata sbloccata dal Ministero della Sanbità cinese che in una nota conferma come questi prodotti, pur superando i limiti previsti dalla normativa locale per i fermenti e i lieviti previsti, sono sicuri e possono essere comercializzati in Cina. E’ un risultato che arriva al termine di un intenso lavoro sollecitato da Assolatte, che ha coinvolto i ministeri interessati e il direttore generale del Ministero della Salute nella sua recente visita in Cina. “Risolto il problema contingente – dice Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte – resta immutata l’esigenza a più lungo termine di collaborare con l’agenzia cinese per la sicurezza alimentare per far aggiornare l’attuale normativa sui prodotti caseari, evitando così il possibile ripetersi di nuovi blocchi alle nostre esportazioni. La notizia della positiva soluzione ci fa ben sperare per il futuro. Il mercato cinese si sta facendo sempre più interessante per le nostre imprese. Tra il 2015 e il 2016 le vendite di formaggi italiani sono aumentate del 42% arrivando a 2650 tonnellate. E nei primi sette mesi di quest’anno c’è stato un ulteriore balzo in avanti: +32% , superando le 2,2 mila tonnellate”.

Roma, 8 set. (askanews) - Sono circa 15mila i chili di gorgonzola consumati nel 2016 dai cittadini della Cina dove sembra essere in atto un ingiustificato stop ai formaggi erborinati dall’Unione Europea. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la stretta delle autorità sanitarie cinesi sui formaggi erborinati europei, cioè quelli contenenti muffe, come il Gorgonzola, il Taleggio, il Camembert e il Roquefort che vengono bloccati alle frontiere. Sono numerose le misure di carattere fitosanitario che impediscono ai prodotti Made in Italy di raggiungere il gigante cinese con il quale – sottolinea in una nota la Coldiretti - sono in corso numerose trattative, dalle mele alle pere, dalla farina di frumento al riso da risotto. Un'anomalia se si considera che la Cina ha fatto scattare in Europa ben 256 allarmi per prodotti alimentari pericolosi nel 2016 secondo il rapporto del sistema di allerta rapido dell’Unione Europea e si colloca – spiega la Coldiretti - tra i Paesi piu’ insicuri dal punto di vista alimentare. Il Made in Italy a tavola in Cina ha registrato un balzo del 17% del valore delle esportazioni agroalimentari nazionali nel primo bimestre del 2017. Il prodotto Made in Italy piu’ richiesto dal gigante asiatico - continua la Coldiretti - è il vino per un importo di 101 milioni di euro nel 2016 mentre il prodotto alimentare cinese piu’ importato in Italia è il concentrato di pomodoro per un valore di 63 milioni di euro nel 2016 che viene poi spacciato come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio.

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