La bella squadra dei nati in vigna

di Gianfranco Quaglia

Dalla pandemia può nascere un fiore, anzi un progetto di resilienza che parte dai vigneti del Piemonte, corre sul web, attraversa l’e-commerce e si propone di diffondere la cultura del territorio. Si chiama NatinVigna, come lo sono i giovani viticoltori che rappresentano il mondo vitivinicolo subalpino, dalle Langhe all’Alto Piemonte. A cominciare da Silvia Barbaglia, azienda a Cavallirio (Novara), punta di diamante Boca Doc, che nasce dai terreni della caldera del Supervulcano della Valsesia. Un “Unicum”, come sottolinea Silvia: “Nei nostri vigneti non c’è il rischio di sporcarsi le scarpe di terra: il porfido si sgretola solo a prenderlo in mano”. Non l’hanno fermata neppure i mesi del lockdown: il suo Boca ha fatto da apripista in Svezia, Quebec, Londra, Germania. E con lei Giulia Zamboni (Università di Pollenzo) che dopo un stage nel suo vigneto, è diventata stretta collaboratrice per la comunicazione.

Silvia non corre sola, ma in gruppo. Anzi in rete. Perché quelle e quelli di Natinvigna abbracciano un Piemonte che è tutt’altro che “bogianen”, come dice l’antico adagio che vuole i piemontesi posapiano. Insieme con lei ci sono Caterina e Alberto Burzi a La Morra, nel cuore delle Langhe, dove producono il Barolo cru “Capalot”. Oppure Luca Canevaro sui Colli tortonesi, azienda ad Avolasca, otto ettari biologici con i vini Derthona, Timorasso e Monleale Barbera. Beatrice Gaudio al Bricco Mondalino di Vignale Monferrato, patria del Grignolino, che deriva dall’antico “Grignole” (in dialetto piemontese vinaccioli). Monica e Daniela Tibaldi di Pocapaglia, nel Roero, producono Nebbiolo, Barbera, Arneis e la Favorita, il preferito anche dal re Vittorio Emanuele II. Michela Adriano di San Rocco Seno d’Elvio (Cuneo), produce vini che interpretano il “terroir”, ma anche la Nocciola Piemonte Igp Tonda Gentile.

Una squadra di “rampolli” nati appunto in vigna e in cantina accanto ai nonni e ai genitori, con i quali hanno maturato e condiviso la passione per l’enologia. Diventati grandi, hanno scelto di rimanere in azienda per continuare la tradizione sposandola all’innovazione. E così’ l’e-commerce è diventato un mezzo per proporre e spiegare i loro “Wine box” che dalle Langhe al Monte Rosa sono il biglietto da visita del Piemonte. 

 

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