Il suolo, gigantesca microbiblioteca da tutelare

Il suolo, gigantesca microbiblioteca da tutelare

suolodi Enrico Villa

Marco Nuti, già ordinario nelle università di Pisa e di Padova, è un microbiologo che nella sua attività professionale e accademica ha firmato 370 pubblicazioni dedicate al suolo e ai rapporti di questo con gli aspetti antropici e l’alimentazione. Il 10 novembre scorso, a Modena, ha tenuto una relazione fondamentale dedicata al suolo in Italia, in Europa e nel mondo. L’invito a Nuti, come ad altri che si occupano di agricoltura guardando al futuro, ma non rinnegando il passato, è stato fatto dal movimento Agrarian Sciences che si occupa intensamente di coltivazioni, loro impostazione scientifica, produzioni e cibo in termini ampi.

Questo movimento è un risvolto dell’Accademia di Modena con ambizioni che riguardano la scienza, ma anche altri aspetti culturali: sociali e letterari, prima di tutto. Le radici dell’Accademia sono nel 1683, e il loro sviluppo ha riguardato più secoli: in particolare l’Ottocento italiano e il Novecento alla fine della seconda guerra mondiale. Fra i soci corrispondenti della Accademia di Modena c’è Antonio Saltini, ordinario all’Università di Milano e alla fine degli anni Ottanta autore di una opera monumentale sulla storia dell’agricoltura, dalle origini dell’uomo cacciatore ai giorni nostri dove in Europa, con l’Unione Europea, le prospettive del settore primario sono sostanzialmente mutate rispetto a sessanta anni prima. E sta anche cambiando la percezione nella gente per il suolo, un aspetto fondamentale connesso all’ambiente nel quale tutte le attività antropiche devono avvenire, facendo molta attenzione per evitare gli squilibri che potrebbero essere determinati dal mancato rispetto del suolo stesso. Esso, in parte, va concettualmente separato dal terreno indispensabile per produrre e, in senso più ampio, per vivere. In realtà, come anche annota nella sua relazione a Modena il microbiologo Marco Nuti, un ettaro di terreno contiene una gigantesca microbiblioteca. Esso compendia tutte le leggi biologiche alla base della vita la quale, tuttavia, non può fare a meno anche dei cicli minerali del carbonio, dell’azoto, dello zolfo, del ferro e del manganese. Specie adesso, a causa delle mille aggressioni all’ambiente dovute alla sconsideratezza dell’uomo, turbare gli equilibri fra la vita e le presenze dei cicli minerali, significa attentare gravemente alla bioessenza in ogni angolo del globo. Non per nulla Marco Nuti affronta ampiamente il tema degli choc al suolo arrecati dalla mancata presenza di ossigeno fra le zolle, dall’eccesso di pesticidi ma anche di fertilizzanti. Infatti il suolo senza il quale non vi può essere produzione e, quindi, cibo per l’umanità ormai di 8 miliardi di persone, è un’enorme spugna benefica. Quando, fuori dagli schemi normali e accreditati scientificamente, al suolo si attenta, esso si ribella come sta avvenendo oggi in molte parti del mondo. La prima e più visibile conseguenza è la salinizzazione del suolo, anticamera della desertificazione.

Le Nazioni Unite e la Fao sono ben consapevoli di questo scenario che, entro breve tempo, promette ulteriori aggravamenti, tanto è vero che le due istituzioni internazionali nel 2013 hanno fissato al 5 dicembre di ogni anno la giornata mondiale del suolo. Nel 2015, cioè alla fine di quest’anno, nella giornata sarà presentato uno scenario preciso sugli attentati al suolo in ogni angolo della Terra. Marco Nuti si riferisce a questi stessi attentati che perdurano ormai di quarant’anni e che ogni anno distruggono dai 200 mila ai 300 mila ettari di terreno, anche secondo l’ultima valutazione della Coldiretti italiana corrispondente a 480 metri quadrati al minuto di territorio fagocitato da asfalto e capannoni, strade e servizi che non tengono conto degli interessi ambientali. Di più, come anche richiamato nella relazione di Muti: in Bangladesh nel quarantennio il suolo è stato distrutto al 20% e in Madagascar all’80%. Non parliamo, poi, di quanto accade negli USA dove è stato sottratto al suolo e alle coltivazioni, per altri usi il 30% di quella spugna benefica nella quale, nella misura dell’1,5%, sono contenute almeno 2.000 specie viventi indispensabili per la loro funzione vitale. Non tutelare questi microesseri che fanno il loro dovere naturale significherà davvero trasformare il suolo in amorfo, entro breve tempo anche in Italia con danni enormi per l’alimentazione umana e per l’equilibrio biologico.

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