Il 92% degli italiani fa la spesa con buste riutilizzabili

Il 92% degli italiani fa la spesa con buste riutilizzabili

materbiPiù del 92% degli italiani fa la spesa al supermercato con buste riutilizzabili e l’82% valuta positivamente la legge che ha sancito il passaggio dai sacchetti di plastica tradizionale a quelli biodegradabili, considerata un passo avanti del nostro Paese nel rispetto dell’ambiente. Pari consenso per l’iniziativa di trasformare in biodegradabili i sacchetti del reparto ortofrutta – direttiva europea che interesserà il 2018 -: in questo caso il favore per l’iniziativa sale all’87% del campione, che ritiene il provvedimento positiva conclusione del percorso iniziato nel 2011. A dirlo è la ricerca “Abitudini di spesa degli italiani presso le catene di distribuzione e atteggiamenti nei confronti delle bioplastiche” commissionata da Novamont a IPSOS Public Affairs e presentata a MARCA, la fiera internazionale sui prodotti a marca del distributore organizzata da BolognaFiere in collaborazione con l’Associazione della Distribuzione Moderna (ADM).

La ricerca è uno studio integrato composto da una ricerca qualitativa – cui hanno partecipato 40 italiani, compresi soggetti sensibili ed informati sulle tematiche ambientali – e una ricerca quantitativa, con 1.000 interviste CAWI (Computer-Assisted Web Interview) su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 65 anni.

Alla domanda sulle possibili iniziative a supporto dell’introduzione del provvedimento 2018, gli intervistati hanno individuato due attori principali: le istituzioni e il mondo scientifico da un lato, il punto vendita dall’altro.

Secondo Alessandro Ferlito, responsabile commerciale di Novamont, “un dato emerge su tutti dalla ricerca: per il consumatore il sacchetto, sia esso per asporto merci che frutta/verdura oggi è, a tutti gli effetti, un servizio perché non esaurisce la sua funzionalità nel singolo gesto di trasporto e perché portatore di valori rispetto all’ambiente. Gli italiani sono pronti alla nuova direttiva ma chiedono più qualità e più informazione e la granfde distribuzione, che da sempre è sensibile a questa domanda, saprà certamente rendersene interprete”.

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