I millennials scoprono il gusto e la narrazione del bicchiere di qualità

di Gianfranco Quaglia

Napoli ama il rosso, Roma il bianco. Lo sparkling, cioè le bollicine, fa impazzire Milano. Tre tipologie che disegnano i gusti degli italiani per il vino, suddividendo la penisola in tre aree di preferenza. E’ quanto emerge dall’indagine “Mercato in Italia, gli italiani e il vino” realizzato da Vinitaly con l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor e presentato a Verona. In calo i consumi complessivi (-26% rispetto a vent’anni fa), ma 9 cittadini su 10 si concedono un bicchiere. Si calcola che l’89% abbia consumato vino nel 2018, con una media di 2-4 bicchieri la settimana: in casa, soprattutto dai cosiddetti baby-boomers (55-73 anni); i millennials (18-38 anni) influiscono per l’84% sia fra le pareti domestiche sia fuori. 

Ma quali sono i fattori sui quali si basa la scelta di un vino? Innanzitutto il territorio di provenienza, poi la denominazione e il vitigno. A dimostrazione che è cresciuta la consapevolezza in chi beve alla ricerca di emozioni e suggestioni. Il 23% degli italiani dichiara di aver fatto una vacanza in un territorio del vino. Fra le mete più ambite svetta la Toscana, con il Chianti e Siena; subito dopo il Piemonte (Langhe e Monferrato), in terza posizione il Veneto. Come dire: nel bicchiere non solo il prodotto, ma la narrazione di chi lo produce e da dove viene. Un salto di qualita, anche del consumatore.

 

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