Guerra del latte: in Piemonte si profila uno sciopero

Guerra del latte: in Piemonte si profila uno sciopero

latteSciopero del latte? Non è escluso, almeno da parte degli allevatori piemontesi. Lo sta valutando Confagricoltura Piemonte, alla luce della situazione venutasi a creare dopo la fine del regime delle quote latte, la diminuzione dell’import cinese e il protrarsi dell’embargo russo. Tutto ciò sta determinando una congiuntura particolarmente sfavorevole per il mercato del latte, che ha raggiunto prezzi alla produzione ormai insostenibili per gli allevatori. Nello scorso mese di marzo, in Piemonte, il prezzo del latte alla stalla ha oscillato da un minimo di 30 a un massimo di 36 centesimi al litro, comprensivo dei premi qualità.
Confagricoltura Piemonte ha riunito ieri a Carmagnola la propria sezione economica lattiero-casearia allo scopo di analizzare la situazione del comparto e individuare le prime misure da adottare per fronteggiare l’emergenza. “Nei prossimi mesi – spiega il presidente della sezione di prodotto Pierangelo Cumino – secondo gli indicatori macroeconomici a nostra disposizione assisteremo a un ulteriore aumento della produzione a livello europeo, che potrà condizionare negativamente il regime dei prezzi alla stalla. Per questo stiamo mettendo in campo iniziative di aggregazione tra gli allevatori, con l’intento di controllare meglio l’offerta di latte”.
I tecnici di Confagricoltura Piemonte evidenziano che la situazione è ormai difficilmente sostenibile e sta minando alle fondamenta la capacità di tenuta delle imprese agricole. “Apprezziamo gli ultimi interventi del Governo – commenta il presidente di Confagricoltura Piemonte Giampaolo Coscia – ma purtroppo la situazione è ormai compromessa. Riteniamo che, stante questi prezzi alla produzione e la mancata diminuzione dei listini al consumo, si siano consolidate posizioni speculative a danno degli allevatori. Nei prossimi giorni ci confronteremo con le altre organizzazioni agricole per concordare iniziative congiunte, possibilmente unitarie, per dare un segnale forte all’industria e alla grande distribuzione, ma anche alle istituzioni e ai consumatori, che hanno a cuore la difesa delle imprese del territorio e la sicurezza delle nostre produzioni”.

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