Francese a Cingolani: “Per salvare il riso no alle riduzioni dei prelievi irrigui”

Francese a Cingolani: “Per salvare il riso no alle riduzioni dei prelievi irrigui”

Inevitabile che la siccità e la carenza d’acqua per l’agricoltura sfociassero in un contrasto aperto tra la necessità di salvaguardare alcune coltivazioni in determinate aree e le ragioni motivate della filiera risicola. Mario Francese, presidente di Airi (Associazione Industrie risiere italiane) è intervenuto per richiamare l’attenzione del ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, con una lettera a lui indirizzata: “In relazione alla crisi idrica che rischia di pregiudicare seriamente anche la coltivazione del riso – scrive tra l’altro – l’Autorità Distrettuale del fiume Po ha emesso il 29 giugno un avviso chiedendo la ulteriore riduzione dei prelievi irrigui disponibili in modo da sostenere la portata del Po e contrastare la risalita del cuneo salino”. Il problema, come è noto, riguarda i terreni del Delta del Po (province di Rovigo e Ferrara).
Francese ricorda che “Il tavolo della Regione Lombardia per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica, presenti gli assessori interessati, l’Associazione dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e tutti i portatori di interesse, ha espresso il parere che qualsiasi ulteriore riduzione del già esiguo prelievo irriguo comporterebbe di fatto l’interruzione totale dell’irrigazione senza peraltro alcuna garanzia rispetto alla soluzione del problema del cuneo salino. Come Presidente dell’Associazione Italiana delle Industrie Risiere – prosegue – desidero richiamare la sua attenzione sul rischio di pregiudicare una produzione da sempre riconosciuta importante per la salvaguardia della biodiversità delle zone umide. È una opinione condivisa che la risicoltura svolge un ruolo non di consumo ma di conservazione della risorsa idrica che viene in gran parte riversata in falda innalzandola, a beneficio anche del livello dei fiumi, e dalla falda restituita per i bisogni a valle, rallentandone il deflusso al mare”.
L’Italia produce oltre la metà del riso comunitario, ma comunque non abbastanza per soddisfare il consumo dell’Unione Europea che deve importare il 40% del proprio fabbisogno. La filiera risicola italiana rappresenta un sistema economico integrato in cui agricoltura e industria sono “interdipendenti e un calo produttivo agricolo pregiudicherebbe l’intero indotto economico che è fortemente concentrato in sole quattro province tra Piemonte e Lombardia” prosegue il testo della lettera, che si conclude con un accorato appello: “Le chiedo conseguentemente di evitare in ogni modo iniziative che possano ulteriormente deteriorare l’attuale situazione. La problematica dovrà poi essere affrontata da una cabina di regia unica, valutando le cause dell’attuale situazione e definendo gli interventi gestionali e strutturali in grado di evitare il ripetersi di questa situazione negli anni a venire”.Francese Mario Airi

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