Filippa, presidente industriali: “Agroalimentare volano del Piemonte orientale”

Filippa, presidente industriali: “Agroalimentare volano del Piemonte orientale”

di Gianfranco Quaglia

Piemonte Nord-orientale, sistema economico trainante che può fare la differenza. A Gianni Filippa, valsesiano, neo presidente di Confindustria Novara-Vercelli-Valsesia, chiediamo il suo punto di vista sul ruolo che possono rappresentare agricoltura e indsutria insieme.

Agricoltura e industria del Piemonte Orientale sono due capisaldi del “Sistema Piemonte”. L’agroalimentare può diventare un volano economico per il territorio?

“Certamente, e per molti aspetti lo è già. A prescindere dalla struttura del sistema produttivo, che vede l’agricoltura, a fronte di un numero di aziende percentualmente significativo, dare un contributo ancora limitato, in termini di valore aggiunto, ai nostri territori di riferimento, a fare la differenza sono soprattutto le sinergie. Se riuscissimo a incrementarle in futuro sono certo che l’agroalimentare, che a livello tendenziale sta seguendo un trend di lenta ma costante crescita, potrà avere un ruolo sempre più importante, non soltanto per il sistema economico. Le attività imprenditoriali di questo settore, infatti, hanno impatti positivi su almeno altri due ambiti, che vanno tenuti in grande considerazione: lo sviluppo del turismo, anche nella sua componente enogastronomica, e la tutela del territorio, soprattutto dal punto di vista idrogeologico. Basti pensare al ruolo, fondamentale da entrambi questi punti di vista, della risicoltura”.

Vercelli e Novara, insieme, producono oltre il 50 per cento del riso Made in Italy. Sul territorio ci sono produttori e trasformatori d’eccellenza, ma l’offerta è ancora troppo frammentata. Non è ora di pensare a un marchio collettivo?

“Quella di un marchio collettivo, interessante a livello teorico, è difficilmente percorribile ma potrebbe essere un’ipotesi da approfondire in futuro. Potrebbe essere opportuno, inoltre, per incrementare volumi e margini per tutta la filiera, orientare la produzione in modo che sia sempre più rispondente alle esigenze dei consumatori. Per la stagione 2019 esiste addirittura la possibilità di aumentare le superfici coltivate in modo da venire incontro alle richieste, di carattere quantitativo e qualitativo, che vengono dal mercato. Ritengo che si tratti di un buon segnale per tutto il comparto”.

Novara capitale del gorgonzola. I caseifici locali sono un vanto del settore caseario. Un esempio di collegamento virtuoso tra passato e futuro…

“Sicuramente, insieme alla risicoltura e all’enologia, il lattiero-caseario è un settore di punta dell’agroalimentare locale. Il Novarese annovera alcune fra le più conosciute e importanti imprese al mondo, anche in termini di quote di export. La qualità del prodotto è davvero eccezionale e ritengo che le prospettive di crescita nel medio-lungo periodo possano essere ancora importanti”.

Ricerca e realtà universitaria del Piemonte orientale: opportunità da non perdere per promuovere e valorizzare l’agroalimentare

“Sono già stati attivati progetti di partnership che hanno interessato singole aziende, ad esempio per la formazione di neolaureati e la partecipazione a Master di specializzazione, ma ritengo che su questo versante ci sia ancora molta strada da fare. La “terza missione” dell’Ateneo tripolare, che lo deve vedere impegnato a rafforzare le relazioni tra il mondo della ricerca, le istituzioni e le imprese, è ancora poco implementata. Ritengo che vadano sviluppate, da parte dell’Upo, le attività conto terzi in tema di analisi di prodotto, proprietà intellettuale, supporto alle start-up, ricerca applicata, ecc., anche per il settore alimentare. In quest’ottica anche il Dipartimento di studi per l’Economia e l’Impresa potrebbe implementare la sua attività diventando un “data driver” che fornisce al territorio, alle sue istituzioni e alle sue aziende, informazioni statistiche sempre più dettagliate e aggiornate sull’economia locale. Grazie alla costituzione di Cnvv (Confindustria Novara-Vercelli-Valsesia) c’è anche la possibilità di ampliare in modo significativo il bacino aziendale di riferimento dell’Upo. La pianificazione di nuove sinergie deve quindi essere messa fra le priorità per entrambi”.filippa

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