DopoExpo: Scotti in Etiopia dona 175 mila porzioni di riso

DopoExpo: Scotti in Etiopia dona 175 mila porzioni di riso

Sono 175 mila le porzioni di riso che Riso Scotti ha deciso di donare al Governo etiope, e consegnate all’Autorità del Minsitero delle Politiche Agricole per la gestione del rischio di catastrofi e della sicurezza alimentare. Al centro, da sinistra, l'Ambasciatore italiano ad Addis Abeba Giuseppe ...[1]La cerimonia di consegna ad Addis Abeba, nelle mani dell’ambasciatore italiano Giuseppe Mistretta, presenti le autorità fovernative etipi e i media locali. A consegnarle il presidente e ad ario Scotti, che con un gruppo di stretti collaboratori è in visita nell’Etippia delNord: la Dancalia terra degli Afar e luogo con le condizioni di vita più dure del pianeta, le chiese rupestri patrimonio dell’Unesco, e gli stupendi paesaggi dell’altopiano, permeati della cultura copta che caratterizza l’Etiopia del Nord. Ridiscendendo lungo la vecchia strada costruita dagli italiani che collega la Dancalia con l’altopiano, per ammirare gli ambienti primordiali di Dallol, con leformazioni saline cristallizzate e la Piana del Sale – l’esteso bacino dove, nel mezzo del nulla, i cavatori di sale raccolgono il prezioso minerale e caricano muli e cammelli per portarlo ai mercati dell’altopiano come mille anni fa – la delegazionRiso Scotti incontrerà le popolazioni nomadi che vi abitano in condizioni davvero estreme, alle quali intende rivolgere un piccolo gesto di solidarietà. La decisione di questo viaggio è maturata a Expo, dove l’Etipopia era presente all’interno del Cluster del Caffè, proprio a fianco del Cluster del Riso che Riso Scotti ha sponsorizzato neisei mesi dell’Esposizione Universale.

<E’ un piccolo gesto rispettoso nei confronti di popoli che, nell’era della globalizzazione, vivono sospesi nel tempo – dichiara Dario Scott –. Respirare per sei mesi il clima e lo spirito di Expo Milano 2015, che ha consentito a Paesi molto differenti tra loro di avvicinarsi e scambiare tradizioni e culture, mi ha suggerito che ci possono essere nuovi e più sostenibili modi di fare impresa. La Carta di Milano è un’eredità.

<E’ anche l’ultimo atto legato alla partecipazione all’Expo appena concluso. E ne è allo stesso tempo l’eredità. Respirare per sei mesi il clima e lo spirito di Expo Milano 2015, che ha consentito a Paesi molto differenti tra loro di avvicinarsi e scambiare tradizioni e culture -aggiunge Dario Scotti –  mi ha suggerito che ci possono essere nuovi e più sostenibili modi di fare impresa>.

 

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