Disco verde ai fiori Ogm in Europa

Disco verde ai fiori Ogm in Europa

fioribiotechVia libera (è la prima volta) alla commercializzazione dei fiori geneticamente modificati in Europa. La decisone, già pubblicata sull agazzetta Ufficiale dell’Ue, è della Commissione europea e riguarda l’ammissione incommercio di due garofani biotech nel colore sulla base della realzione di valutazione presentata daiPasiBassi. Si tratta dei primi due gfiori Ogm autorizzati in Europa: la modifica è avvenuta con geni di bocca di leone, di petunia, del virus del mosaico del cavolfiore e del tabacco resistente alla sulfonilurea come marcatore, per ottenere il colore viola.

La decisione comunitaria adottata, oltre a rimarcare il deficit procedurale, in mancanza del più largo consenso degli Stati alla commercializzazione dei prodotti geneticamente modificati, suscita – sostiene ildirettor edi Coldiretti Novara e Verbano Cusio Ossola, Giancarlo Ramella, – altre e più gravi preoccupazioni a proposito del prevedibile inganno cui possono essere esposti consumatori inconsapevoli.

“Il provvedimento, infatti – rimarca Gian Luca Medina, membro di giunta e responsabile della consulta florovivaistica della Coldiretti interprovinciale – prevede che la speciale indicazione della dicitura che attesta che il prodotto è geneticamente modificato e che non è destinato al consumo umano o animale, né alla coltivazione debba apparire su un’etichetta o, genericamente, su un documento che accompagna il prodotto, senza che siano indicate le specifiche modalità per assicurare che queste informazioni siano apposte sul prodotto, come proposto per il commercio, in modo da garantirne la sicura lettura da parte del consumatore. L’arrivo di questa preoccupate novità rende ancora più stringente la necessità di garantire una completa informazione ai consumatori e di tutelare il grande patrimonio florovivaistico italiano – e in particolare quello del Novarese e del Verbano Cusio Ossola – con misure di trasparenza in etichetta che facciano finalmente chiarezza sul luogo di provenienza e sulle tecniche di produzione”, concludono Medina e Ramella.

 

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