Contadini o imprenditori? Dibattito di mezza estate sull’evoluzione della specie

di Gianfranco Quaglia

Susanna Tamaro, che non ha bisogno di presentazioni, propone – al posto del reddito di cittadinanza – il “reddito di contadinanza”. Non è una provocazione, ma una proposta per spingere e incentivare molti giovani ad avvicinarsi alla terra e investire in agricoltura, invece di attendere l’assegno promesso ogni mese. Il termine “contadinanza” è controverso nella sua percezione: c’è chi arriccia il naso al solo pensiero di essere definito contadino e chi, al contrario, ne va orgoglioso. Qualche settimana fa, durante un convegno organizzato da Coldiretti in un hotel di Torino, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – parlando dei fondi cui le aziende agricole possono accedere attraverso il Programma di Sviluppo Rurale – ha esclamato testualmente: “Vogliamo che il nuovo Psr venga scritto meno dai professori e più dai contadini”. Questa indicazione è rimbalzata durante l’assemblea di Confagricoltura Vercelli Biella, ma il presidente Giovanni Perinotti con orgoglioso garbo ha voluto puntualizzare: “Prego, meglio sarebbe dire imprenditori agricoli!”.

E allora, contadini o imprenditori? Vediamo cosa ci suggerisce l’etimologia. Contadino nel Medioevo era l’abitante del contado, derivava dal latino comitatus, che sempre nel Medioevo assunse il significato di feudo di un conte. Ma per estensione di luoghi comuni quel sostantivo più tardi si è identificato con lo stereotipo di persona rozza, ignorante, povera. Oggi, grazie al periodo storico in cui il cibo è al centro dell’attenzione, la figura del contadino ha riguadagnato il ruolo nobiliare. Insomma, dirsi contadini nel Terzo Millennio non dovrebbe essere sinonimo di arretratezza, malgrado alcuni programmi televisivi come “Contadino cerca moglie”. E l’imprenditore agricolo? L’art. 2135 del Codice Civile, recita testualmente: “E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse”. 

In realtà l’evoluzione della specie, se così si può dire, colloca chi si occupa di terra su un piano differente dal passato: meno bucolico e ruspante, più hight-tech e consapevole. Anche chi si definisce contadino agisce da imprenditore. 

 

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