Carriere (Industrie riso): senza dazi nessun futuro

Carriere (Industrie riso): senza dazi nessun futuro

cambodia_riceQuante possibilità ha l’Italia di contrastare la valanga di riso cambogiano in arrivo a dazio zero? Basterà la richiesta della clausola di salvaguardia presentata dal Governo italiano? Domande alle quali è difficile, per ora, dare una risposta. Ma saranno importanti l’atteggiamento e la predisposizione che Jerzy Bodgan Plewa, direttore generale della politica agricola, dimostrerà nell’incontro della Commissione europea, dove interverrà anche Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura a Strasburgo. E nell’incontro successivo promosso dall’aeuroparlamentare piemontese Alberto Cirio, con il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, il presidente della Provincia di Vercelli, Vercellotti, il vicepresidente della Commissione europea, Tajani.

Produttori italiani in attesa, così come è prepoccupata l’industria di trasformazione, che da molti mesi ormai è ‘’bruciata’’ dai concorrenti cambogiani, i quali arrivano nell’Ue con la materia prima già confezionata e pronta nei supermercati del Nord Europa. Roberto Carriere, direttore generale dell’Airi (Associazione industrie risiere italiane), sa che sarà una battaglia difficile da vincere: «L’Europa è riluttante a rivedere i trattati. Intanto le nostre riserie hanno già accusato contraccolpi: una diminuzione di circa il 12 per cento di riso Indica lavorato ed esportato verso i Paesi dell’Est, Polonia e Slovacchia in prima fila. Non c’è futuro se non si trova il modo di bloccare i dazi, dopo l’azione dell’Italia anche Spagna e Grecia presenteranno analoghe richiesta di salvaguardia. Altro capitolo decisivo: la tutela delle nostre denominazioni varietali anche all’estero. Attualmente, in base alle normative europee, è consentito che chiunque e in qualunque parte del mondo coltivi una varietà italiana, possa chiamarla con il nome originale. Esattamente il contrario di quanto avviene per l’India, che ha difeso il suo Basmati dagli Stati Uniti: nessuno può mutuare quella denominazione e tutti i risi analoghi coltivati nel mondo non possono fregiarsi i netichetta del nome Basmati». (nella foto: contadino cambogiano in una risaia)

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