A Bruxelles l’Europa del riso unita chiede revisione del regolamento

A Bruxelles l’Europa del riso unita chiede revisione del regolamento

di Gianfranco Quaglia

“Tutti coesi”. Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi, riassume il senso del terzo Forum sul riso che si è tenuto a Bruxelles: “Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Bulgaria, Ungheria, Grecia, Romania, si sono dimostrati compatti nel chiedere una revisione del regolamento Ue sulla clausola di salvaguardia a difesa del riso europeo. Ma anche su tutti gli altri temi. E con i produttori d’accordo anche i rappresentanti del Ferm, la Federazione degll industriali trasformatori”.

«Abbiamo ulteriormente coeso la filiera risicola europea sui temi che minacciano il settore, arrivando a definire una posizione condivisa a larga maggioranza. Agli europarlamentari intervenuti abbiamo presentato le nostre istanze ed raccolto da parte loro la volontà di impegnarsi per il settore – prosegue Carrà -. Il terzo forum segue una prima edizione, che ha chiesto l’applicazione della clausola di salvaguardia, e una seconda edizione, che ha chiesto un extra-budget all’Ue per la promozione del riso europeo: entrambi gli obiettivi sono stati centrati in seguito ai due Forum. In quest’edizione, si è registrata una condivisione unanime di tutte le priorità, dalla lotta alle importazioni alla difesa del settore nella riforma della Pac, senza dimenticare l’etichettatura d’origine”.

L’Ente Risi ha presentato un ordine del giorno su cui si è sviluppata la discussione. Ecco quali sono i punti su cui l’assemblea dei delegati ha deciso all’unanimità di lavorare: 1) riformare la normativa in modo che la clausola di salvaguardia si attivi automaticamente al verificarsi dell’aumento delle importazioni rispetto all’anno precedente, prevedendo altresì che essa scatti in caso di danno accertato anche a carico dei produttori agricoli; 2) monitorare le importazioni in corso dal Myanmar, che stanno crescendo in modo esponenziale per la tipologia Japonica, ed applicare la salvaguardia a tutto il riso lavorato importato; 3) considerare il riso un prodotto sensibile nei negoziati con i Paesi extraeuropei in quanto già molto penalizzato dalle attuali concessioni uni e bilaterali; 4) applicare la revoca temporanea della concessione al Myanmar per il mancato rispetto dei diritti umani e subordinare a questo rispetto, le nuove concessioni tariffarie ad altri Paesi extra Ue; 5) in sede di riforma della Pac, mantenere l’aiuto specifico, esentare il riso dal rispetto di alcuni adempimenti della condizionalità rafforzata e scongiurare l’applicazione di una convergenza interna del pagamento di base; 6) etichettatura d’origine europea e obbligatoria; 7) reciprocità nelle regole sull’uso degli agrofarmaci tra i Paesi dell’Ue e tra l’Ue e i Paesi terzi, e previsione di aiuti per gli operatori della filiera nel caso in cui la revisione dei limiti di residuo determini l’impossibilità di commercializzare il riso già trattato con il principio attivo oggetto di limitazione.

Soddisfatto Paolo Carrà della coesione e della compattezza: “Un bel risultato, ma è soltanto l’inizio di un percorso che ora deve impegnare tutti gli europarlamentari a lavorare nei prossimi mesi e anni affinché si arrivi alla modifica dei regolamenti”.

Soddisfazione espressa anche da Mario Francese, presidente di Airi (Associazione industrie risiere italiane): “Nel complesso – dice -un meritato plauso all’Ente Nazionale Risi senza il quale questa coesione delle diverse componenti del settore di tutti i Paesi Ue interessati  non sarebbe stato possibile. Ancora una volta il settore del riso si distingue per la capacità di difendere con determinazione e chiarezza le sue necessità. <ora, entrando nel merito delle richieste specifiche, occorrerà modificare le norme dell’applicazione della salvaguardia, per renderla automatica quando l’import s’impenna e occorrerà mantenere un aiuto accoppiato nella nuova Pac, limitando al massimo l’allineamento degli aiuti (convergenza interna)”.

Il direttore del Ministero Politiche Agricole, Felice Assenza, ha recepito un suggerimento del presidente Airi, invitando i colleghi dei ministeri degli altri Paesi produttori a una concertazione che coinvolga anche i ministeri degli esteri per prevenire u nuovi negoziati e indirizzare la Commissione prima che le offerte vengano messe sul tavolo. Tra i parlamentari europei, Paolo De castro ha promesso attenzione sulla riforma Pac e sull’armonizzazione delle norme commerciali. Tiziana Beghin ha posto l’accento sula necessità di migliorare i controlli doganali; Herbert Dofmannn ha condiviso la necessità di modificare le regole sulla salvaguardia: Marco Campomenosi, pur esprimendo scetticismo sulle capacità della maggioranza, ha auspicato il sostegno delle azioni di difesa del settore.

Le organizzazioni agricole erano presenti con alcune delegazioni. Per Confagricoltura c’erano Giovanni Perinotti, presidente di Vercelli-Biella, e la vicepresidente nazionale Elisabetta Falchi, che ha dichiarato: “Il risultato del forum si può considerare un successo. E’ stata approvata una piattaforma condivisa di posizioni che trova tutto il nostro consenso. occorre ora consolidare il risultato storico della clausola di salvaguardia”.

“Confidiamo – evidenzia Giovanni Perinotti – che le intese condivise con tutta la filiera europea costituiscano l’agenda dei lavori della politica e delle istituzioni per arrivare a un assetto più equilibrato del mercato europeo”. Durante il Forum la Comissione è stata sollecitata a comoletare l’indagine sul rispetto dreio diritti umani a carico della Cambogia e aviare urgentemente un’analoga analisi per il Myanmar finalizzata alla sospensione delle concessioni commerciali.Francese Mario fotoconfagribruxelles

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