Avvisi ai naviganti: il voucher non soddisfa

Avvisi ai naviganti: il voucher non soddisfa

di Paolo Guttardi

Voucher, imprese agricole deluse

Come ha ribadito in una sua circolare l’ufficio sindacale di Confagricoltura, e nonostante le manifestazioni di giubilo di fonti governative, il decreto dignità non ha reintrodotto i Voucher, ma ha soltanto apportato delle modifiche minimali al regime vigente del contratto di prestazione occasionale, un sistema burocratico complesso che mal si concilia con le tempistiche delle aziende agricole, come ha dimostrato lo scarso utilizzo finora di tale strumento. Nel merito, le modifiche alla disciplina del contratto di prestazione occasionale si concretizzano sostanzialmente in alcune semplificazioni burocratiche che dovrebbero consentirne una gestione più agevole da parte delle imprese agricole. Ma una serie di limitazioni restringe fortemente il campo di applicazione della relativa disciplina, restrizioni che non sono state riviste dal decreto dignità e che, dunque, sono tuttora vigenti per le imprese agricole.
Attenti al Capping

 Con una nota inviata alle Organizzazioni agricole, Arpea, l’organismo pagatore piemontese, ha segnalato le posizioni interessate dal “Capping”, sulla base del valore del rispettivo portafoglio titoli. In pratica, ricorda Confagricoltura, a partire dal 2015, l’importo dei pagamenti diretti da concedere ad un agricoltore è ridotto del 50 % per la parte dell’importo eccedente 150.000 euro del pagamento di base. Qualora l’importo così ridotto superi i 500.000 euro, la parte eccedente i 500.000 euro del Pagamento di Base è ridotta del 100 %.

Prima di procedere all’applicazione di dette percentuali di riduzione, ai pagamenti di base eccedenti gli importi sopra detti, vengono sottratti i costi relativi a salari e stipendi ed i contributi previdenziali e assistenziali pagati dall’imprenditore per la propria posizione e per quella dei suoi famigliari.

Si tratta, ricorda ancora Confagricoltura, di una misura che va a penalizzare le aziende meglio strutturate ed orientate al mercato, e che con la prossima futura PAC post 2020 verrebbero ulteriormente colpite dal previsto taglio degli aiuti diretti. Quello che preoccupa è l’assordante silenzio delle Istituzioni.

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