Avvisi ai naviganti: il Brasile apre al riso a dazio zero

Avvisi ai naviganti: il Brasile apre al riso a dazio zero

di Fabrizio Filibertifotoavvisi

Il Brasile azzera i dazi alle importazioni di riso ai Paesi esterni al Mercosur

Il governo del Brasile ha deciso l’azzeramento temporaneo dei dazi di importazione per 400 mila tonnellate di riso grezzo e raffinato proveniente da Paesi esterni al Mercosur, per i quali la tariffa è del 12% per il riso raffinato e 10% per quello grezzo.
Il provvedimento è valido fino alla fine del 2020 ed è conseguente al forte aumento del prezzo del riso in Brasile che negli ultimi giorni è passato da circa 15 real (circa 2,5 euro) a fino a 40 real (circa 6,7 euro) per un pacco di 5kg. Sembra che tale rialzo dipenda dall’aumento della domanda interna, in parte trainata dai sussidi governativi concessi alla popolazione meno abbiente per mitigare gli effetti della pandemia sull’economia, e dall’altro dal deprezzamento della moneta nazionale rispetto al dollaro USA (- 40% negli ultimi dodici mesi) che ha favorito l’esportazione del riso brasiliano su altri mercati (Cina innanzitutto) e reso più care le importazioni, diminuendo l’offerta interna.
Seppure le importazioni potrebbero provenire principalmente da USA, India e Tailandia che producono una tipologia di riso che si adatta al mercato brasiliano, il provvedimento può rappresentare, comunque, un’opportunità anche per la filiera italiana.

Mutui agevolati per l’imprenditoria femminile in agricoltura.
Il sito internet di Ismea pubblica le modalità per la presentazione delle domande finalizzate alla concessione di finanziamenti destinati allo sviluppo o al consolidamento di aziende agricole condotte da imprenditrici. L’intervento prevede mutui fino a 300.000 euro a tasso zero, della durata variabile da 5 a 15 anni, per un importo non superiore al 95% delle spese ammissibili.
http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11152
Sono finanziati progetti di sviluppo che perseguano obiettivi di miglioramento del rendimento e della sostenibilità dell’azienda, miglioramento delle condizioni agronomiche e ambientali, di igiene e benessere degli animali e/o la realizzazione e il miglioramento di infrastrutture connesse allo sviluppo e alla modernizzazione dell’agricoltura.

PPC – Rinuncia in atto alla richiesta dell’agevolazione fiscale – Applicazione aliquota al 9%
Con la risposta n. 7/2020 a una richiesta di consulenza giuridica, l’Agenzia delle Entrate ha fornito interessanti chiarimenti in materia di acquisto di terreni agricoli da parte di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP), esprimendosi sulla misura dell’imposta di registro applicabile in sede di rinuncia in atto, alla richiesta dell’ agevolazione fiscale, prevista dall’art. 2, comma 4-bis, D.L. n. 194/2009 (cosiddetta piccola proprietà contadina).
Sia il Coltivatore Diretto (CD),  sia l’Imprenditore Agricolo Professionale (IAP), iscritti nella relativa gestione previdenziale e assistenziale, in sede di acquisto di un terreno agricolo e delle relative pertinenze, possono richiedere l’applicazione dell’agevolazione fiscale – PPC – che consente di assolvere l’imposta di registro e l’imposta ipotecaria in misura fissa (200 euro), nonché l’imposta catastale all’1%, a condizione che i terreni non vengano ceduti entro il quinquennio dalla data dell’atto traslativo della proprietà.
Ciò posto, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che l’acquisto di un terreno agricolo da parte dei soggetti IAP e CD,  può scontare l’imposta di registro in misura pari al 9%, di cui all’art. 1, comma 1 della Tariffa, Parte I, allegata al DPR. n. 131/1986, in luogo di quella ordinaria, pari al 15%, qualora gli stessi soggetti (IAP e CD), rinuncino in atto, in maniera esplicita, all’agevolazione in commento.

Agricoltura biologica: slitta al 2022 l’entrata in vigore delle nuove regole UE.La Commissione europea ha proposto di rinviare di un anno l’entrata in vigore, in calendario l’1 gennaio 2021, della nuova normativa in materia di agricoltura biologica. Si tratta del regolamento n.2018/848 del Parlamento europeo e del Consiglio, approvato dopo un lungo braccio di ferro e contestato soprattutto dall’Italia perché, tra le altre cose, non riconosce l’obbligatorietà erga omnes dei vincoli sui residui di fitofarmaci applicati invece dai produttori italiani, penalizzando così in qualche modo la leadership e l’eccellenza del biologico Made in Italy. Il regolamento prevede inoltre un sostanziale allentamento dei controlli, la possibilità di ottenere certificazioni di gruppo per i piccoli produttori e il rispetto degli standard Ue per i prodotti importati, oltre a una più netta separazione per le aziende miste.
«Sebbene il nuovo regolamento costituisca una solida base – si legge in una nota diffusa dall’Esecutivo Ue – è necessario che anche il diritto derivato, ancora da adottare, sia altrettanto resiliente». Tradotto, la pandemia ha rallentato la messa a punto degli atti necessari e, pertanto, la Commissione ha deciso di proporre il rinvio, accogliendo la richiesta degli Stati membri, del Parlamento europeo, dei paesi terzi e di altri portatori di interessi.
La Commissione ha anche annunciato l’avvio di una consultazione pubblica sul futuro piano d’azione per l’agricoltura biologica. L’obiettivo, è stato precisato, è quello di assicurare che il settore disponga di strumenti operativi adeguati; nonché di un quadro giuridico efficace per raggiungere entro il 2030 il traguardo del 25 % di terreni agricoli destinati all’agricoltura biologica a livello europeo, come indicato nella comunicazione Farm to Fork, “Dal produttore al consumatore”. La consultazione pubblica resterà aperta fino al 27 novembre e la Commissione conta di presentare il nuovo piano d’azione nei primi mesi dell 2021.
In attesa delle nuove proposte, l’agricoltura biologica sarà inserita nell’ambito della politica di promozione agroalimentare dell’Unione europea, finalizzata a valorizzare la qualità delle produzioni sul mercato interno e nei paesi terzi. Per il 2021, ha fatto sapere la Commissione, sarà fissato un bilancio specifico di 40 milioni di euro per l’agricoltura biologica nell’ambito della politica di promozione. L’ importo cofinanzierà iniziative di promozione e campagne d’informazione per sensibilizzare i consumatori sulle qualità dei prodotti biologici e favorire così l’espansione della domanda

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