Annata agraria, Piemonte sconta l’effetto-clima

Annata agraria, Piemonte sconta l’effetto-clima

Un anno fortemente segnato daicambiamenti climatici. Lo dicono i numeri che Confagricoltura Piemonte ha presentato con il bilancio della campagna 2021. Ercole Zuccaro, direttore regionale, enumera le percentuali: -10% il grano, -30-40% le produzioni di mais, -40% prati, erbai e medicali (con due sfalci invece di tre); -70% le pere, -50 le pesche, -30 susine e kiwi, -35 le albicocche, -20 le ciliegie, -12 le mele. Catastrofica la situazione nel settore apistico, in alcune zone c’è stato l’azzeramento della produzione di miele. Riduzione anche per i piccoli frutti, ma ottima la qualità. Così come per l’uva (-10%): ma il vino sarà eccellente.

In questo quadro i prezzi dei cereali hanno fatto registrare aumenti, con rincari per il grano duro e tenero, il mais, il riso, l’orzo (sino al 55 per cento). Erano fermi da dieci anni, ma questo recupero improvviso non deve trarre in inganno: infatti molti di questi aumenti vengono scaricati sui costi di produzione nell’allevamento dei bovini. In pesante difficoltà anche le aziende di polli da carne, tacchini e uova. Confagricoltura segnala forti preoccupazioni per la concorrenza straniera sul mercato dei bovini da carne, con bassi prezzi all’origine. Gelate Piemonte 5 Situazione pesante anche per i suini: dopo gli aumenti nel periodo aprile-agosto, a settembre-ottobre c’è stata una significativa riduzione e attualmente le quotazioni sono inferiori dell’1,13% rispetto al 2020.

Se il “leit motiv” è il cambiamento climatico, gli agricoltori devono fare i conti anche con altri problemi. Enrico Allasia: “Occorre migliorare l’efficacia delle politiche agricole per favorire uno sviluppo sostenibile delle imprese: si tratta di utilizzare meglio i fondi del programa sviluppo rurale, intensificando la collaborazione nella Conferenza Stato-Regioni e accelerando il confronto sulla nuova programmazione regionale. Infine ridurre la burocrazia e proseguire nella lotta agli animali selvatici, una vera piaga. Non basta ricordarsi di noi nei periodi difficili, ad esempio durante la pandemia, quando si è scoperto che siamo indispensabili nel garantire il cibo. Poi ci si dimentica in fretta”.

Durante la presentazione del bilancio di fine-anno è intervenuto il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Ribadito l’impegno sul fronte del cambiamento climatico: “Lavoreremo per sfruttare meglio boschi e foreste per aviare un piano straordinario di produzione di proteine vegetali che riduca la nostra dipendenza dall’estero. Ci auguriamo che l’agricoltura possa utilizzare appieno i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza per continuare a offrire il proprio contributo alla valorizzazione dell’ambiente. Ma chiediamo anche una maggiore attenzione: la futura Pac penalizzerà i redditi delle nostre aziende, ridurrà i contributi perché la nuova politica agricola comune avrà una forte voazione sociale con una  redistribuzione dei redditi verso forme di agricoltura meno professionalizzate”.

 

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