Alla conquista dei consumatori con la piattaforma Trust

Alla conquista dei consumatori con la piattaforma Trust

di Enrico Villatrust

Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali Maurizio Martina ha appena licenziato il suo libro: Dalla terra all’Italia. Parla del ruolo dei giovani che si fanno strada nell’universo agroalimentare italiano, non possibile senza la qualità sempre più apprezzata dai consumatori, più scaltriti di un tempo. Stando alle ultime inchieste (Coldiretti/Ixè) la mappa del turismo enogastronomico italiano comprende quasi 60 mila aziende, in buona parte biologiche, le quali sempre più attraggono gli acquirenti con questa “offerta d’oro”: 292 specialità Dop/Igp anche ratificate dalla Ue, 523 vini Docg, Doc, Igt, 5047 prodotti tradizionali che connotano fortemente i singoli territori della Penisola.

A queste leccornie, come si diceva un tempo, vanno alla ricerca i consumatori i quali, in questo periodo, stanno affrontando fuori casa le vacanze natalizie e di fine d’anno. Il 38% di questi, sempre secondo gli ultimi sondaggi della Ixè con il sistema del “passa parola” parlano ai loro conoscenti della qualità, oppure il 36% cerca prodotti alimentari tipici, come per esempio il riso, i salumi e i vini da regalare per farli finire sotto l’Albero.

Nel suo volume, Maurizio Martina esprime anche questa opinione: Credo nella nostra attività, credo nella qualità dei prodotti che sarà sempre più richiesta dai consumatori nei prossimi dieci anni. E nel volume il ministro si sofferma, come accennato, sui giovani imprenditori i quali, in ambiti sofferenti come la terra dei fuochi, hanno saputo affrontare coraggiosamente le difficoltà, dando così un profilo diverso alle loro aziende.

Una svolta nella comunicazione agroalimentare, fra l’altro insidiata dai falsi i quali inquinano commercialmente l’Europa e le aree internazionali, è stata recentemente impressa da Campagna Amica, fondata nel 2008 e appartenente al gruppo di Coldiretti nazionale. Infatti Campagna Amica, mutuando l’idea dai giapponesi i quali avevano creato il codice QR code o anche codice a sbarre con tutte le variazioni del caso, hanno istituito la piattaforma TrustTim. Lo scopo è semplice ma molto ambizioso: garantire la tracciabilità e lo storytelling agroalimentare, in modo che con la qualità siano sempre più stroncate le bufale alimentari che, appunto, riguardano i prosciutti, il grana e i vini, in primo luogo i rossi regionali italiani e i prosecchi. Per adesso il progetto Trusttim ha avuto l’adesione di 300 produttori di tutto il paese. Questo il relativo commento: il progetto si pone l’obiettivo di supportare le piccole e le medie aziende del settore agroalimentare per comunicare e valorizzare l’eccellenza e l’unicità dei propri prodotti e del proprio lavoro. La premessa alla stessa piattaforma elettronica che con una grafica semplice è in grado di fornire tutte le notizie della azienda compresi i cenni storici, è nei principi fondamentali del marketing: per convincere durevolmente un acquirente è necessario essere in grado di rispondere a queste due domande: quanto costa il prodotto e quanto occorre per confezionarlo?

In parte, i contenuti del volume Dalla terra all’Italia stanno stimolando un ampio dibattito che riguarda la comunicazione postmoderna (temine usato nelle università) o meglio la comunicazione cui gli operatori del settore non sempre sono abituati. Una annotazione è di Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti il quale, anche riferendosi al tema della alimentazione che si intreccia con il turismo, osserva: il nostro futuro è legato alla capacità di tornare a fare l’Italia anche nella offerta turistica, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza che sono il proprio patrimonio storico e artistico, il paesaggio e il proprio cibo. Non soltanto. Gli studiosi di marketing sottolineano che il consumatore medio italiano, ma anche quello europeo, non si accontenta più della qualità documentata sulle etichette ma vuole di più: per esempio, desidera il “racconto” completo sulla azienda di produzione e sul suo contesto storico, in base a cui scegliere motivatamente. Uno smartphone attrezzato con opportuni programmi applicativi ormai in via di diffusione permettono, seduta stante, in un supermarket o i un grande negozio di leggere il QRcode o un altro codice a sbarre aiutando il consumatore a sapere tutto – evidenzia una nota tecnica – aiutando chi compera a un vero e proprio viaggio alla scoperta del prodotto, della azienda e del luogo esatto da cui proviene. Grazie alla elettronica ormai invasiva anche nell’agroalimentare, in condizione per affrontare il futuro si sono messi i 300 soci aderenti al TrustTim che appartengono a più di dodici filiere di produzione: birra, carni, cerealicola, insaccati, latte e derivati, lumache, miele, olio, vino, ortofrutticolo, riso. Fra breve sulla piattaforma Trustim compariranno prodotti ittici, tartufo, liquori. Il progetto prevede anche la produzione automatica di materiale propagandistico e di biglietti studiati come memorandum, garantendo così al consumatore informazione, sicurezza e qualità. La piattaforma Trusttime potrebbe davvero essere una ulteriore sfida alle eccessive truffe nell’ambito dell’agroalimentare con la produzione di danni per milioni di euro.

 

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