Addio a Romolo Barisonzo, cantore della terra novarese

Addio a Romolo Barisonzo, cantore della terra novarese
Romolo Barisonzo
Romolo Barisonzo

Se ne è andato in silenzio, uno degli ultimi «cantori» della terra novarese. Aveva 93 anni e si era ritirato da tempo sul suo lago d’Orta, che amava e di cui aveva promosso il richiamo turistico nel mondo quando fu alla presidenza dell’Azienda turistica. Ma il suo nome resta soprattutto legato a quella novaresità storica che senza di lui sicuramente non sarebbe stata trmandata. Giornalista, collaboratorede «La Stampa» dove era titolare della rubrica «Novaresi ieri e oggi» e scrittore, aveva pubblicato più di un volume dedicato all’amore per la sua terra d’origine. Nella «Fatal Novara», il primo di una lunga e fortunata serie, rifulge uno spaccato di vita contadina che si intreccia con il mondo della città, con i cavallanti, i mercanti, il mercato del riso, ma anche le figure di una emergente borghesia. E le istituzioni più importanti come le banche, tutte espressioni economiche di quel filo solido che lega la campagna al capoluogo. Romolo arrivava da quel mondo semplice e aveva voluto raccontarlo ed esaltarlo. Con sil suo «papillon» era punto di riferimento per molti e non dimenticava il passato: deportato durante la seconda guerra, era stato nei campi di concentramento doveva stretto amicizia con molti commilitoni, tra cui Giovanni Giovannini, che poi diventerà noto giornalista e presidente della Federazione Editori. Tra i due nacque un rapporto sodale, che si perpetuò a lungo, tanto che Giovannini scrisse prefazioni e presentò i suoi libri. Negli ultimi anni era diventato vicepresidnete del’Associazione ex internati.

Amava portare il «papillon», segno distintivo di riconoscimento, ma in realtà amava stare tra la gente comune con amabilità. Con lui scompare un capitolo della storia locale. (g. f. q.)

 

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