A, B, C ecc. L’alfabeto dei resilienti

di Gianfranco Quaglia

Orribile e da dimenticare, il 2020. Ma anche rivelatore di comportamenti e potenzialità intrinseche, che forse non sarebbero mai emersi in una situazione di normalità. L’esempio è venuto proprio dal settore agroalimentare, che ha saputo reagire dimostrando una capacità di resilienza che può essere raccontata attraverso un’agenda tutta particolare, passando in rassegna le lettere dell’alfabeto. Non è un gioco, ma una testimonianza.

A come agricoltura, appunto; B come bontà del cibo prodotto; D come denominazione d’origine controllata; F come food security, certezza dell’approvvigionamento del cibo anche durante il lockdown e nelle zone rosse; G come garanzia di salubrità; H come human rights, il rispetto dei diritti umani; I come iniziativa intrapresa dalle aziende agricole nei momenti più bui; L come lungimiranza, lo sguardo oltre; M come marketing, capacità di promuovere; N come Nessun Dorma, quasi un invito a darsi da fare e non piangersi addosso; O come opportunità da cogliere; P come presenza nei paesi e nelle città; Q come qualità; R come resilienza; S come solidarietà, là dove il mondo dei campi ha dato senza chiedere nulla in cambio; T come presidio e valorizzazione del territorio; U come unione; V come velocità; Z come chilometro zero. 

 

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