Se il liquidambar svela l’inquinante che c’è nell’acqua

di Gianfranco Quaglia

Domanda a bruciapelo: che cos’è il liquidambar? Le risposte sono più improntate al silenzio che
alle certezze. In realtà sarebbe più facile di quanto si pensi se solo osservassimo i viali delle
nostre città. Perché il liquidambar è un albero ornamentale molto longevo le cui foglie in
autunno assumono il caratteristico colore oro-rossastro e contribuiscono allo spettacolo naturale
del “foliage”. Per Fiorenza Baratti e Giorgia Laiuppa, studentesse dell’istituto tecnico Omar di
Novara, un albero familiare che produce bacche molto preziose. Loro le hanno usate per
realizzare un progetto intitolato “Chimica supramolecolare, soluzione per l’ambiente”. Ai tempi
del Coronavirus, con la didattica a distanza, questa iniziativa assume un significato particolare,
tanto che ha ottenuto una menzione speciale al concorso nazionale “Storie di alternanza” organizzato
dalle Camere di Commercio. Quelle bacche, infatti, trattate con le ciclodestrine, contribuiscono
a isolare e catturare gli inquinanti presenti nelle acque. L’idea è stata testata con successo nel
Novarese, territorio ricco di risaie, dove le acque sono in parte contaminate dai diserbanti.
Un altro progetto, sempre dello stesso istituto, s’intitola “Chimica indossabile e cerotti
intelligenti” in grado di fornire dati su glicemia, pressione e temperatura corporea. Ha vinto il primo premio ed è stato realizzato da Elisa Croce, Domitilla Dondi e Sara Sebastiani.

You must be logged in to post a comment Login