Risicoltori in trincea, Ente Risi chiama a raccolta la filiera

Risicoltori in trincea, Ente Risi chiama a raccolta la filiera

Quotazioni in picchiata, rimanenze importanti nei magazzini, dazi. E all’orizzonte una raccolta che potrebbe peggiorare la situazione sotto il profilo quantitativo, considerando che la superficie risicola italiana è aumentata di oltre 9 mila ettari. Insomma, è un’estate di incertezze e preoccupazioni per le aziende italiane. Per questo Ente Nazionale Risi ha chiamato a raccolta tutta la filiera del settore, per fare il punto della situazione.

«Il malcontento da parte dei produttori, dovuto all’abbassamento dei prezzi del risone – ha spiegato la presidente dell’Ente Nazionale Risi, Natalia Bobba – ha stimolato l’intera filiera a considerazioni e riflessioni inevitabili».

Il direttore generale dell’Ente Nazionale Risi, Roberto Magnaghi, ha illustrato l’attività di trasferimento del riso grezzo (in altre parole le vendite da parte dei produttori), ha subito un rallentamento a partire dal mese di maggio, con gli stock attuali nei magazzini in aumento di circa 48.000 tonnellate rispetto a un anno fa e il riporto per la prossima campagna che potrebbe ammontare a 120.000 tonnellate. Anche gli stock  gli in carico agli industriali e i commercianti risultano in crescita di circa 44.000 tonnellate, per quanto riguarda il prodotto base lavorato, rispetto a un anno fa. Con quasi 235.500 ettari seminati ora si stima una disponibilità di riso che potrebbe superare 1.600.000 tonnellate.

Ente Risi, dichiarando di continuare la propria attività di sollecito presso le istituzioni per incentivare soluzioni politiche al sistema dei dazi, della salvaguardia e della reciprocità, ha chiesto alla filiera un senso di responsabilità nell’affrontare la campagna di commercializzazione il cui obiettivo per tutte le parti, deve essere quello di collocare positivamente sul mercato tutta la produzione disponibile.

L’equilibrio delle esigenze delle parti della filiera è indispensabile – dichiara la presidente Bobba – per mantenere quella stabilità del mercato che ha permesso alla risicoltura italiana di crescere significativamente in questi ultimi anni nonostante le situazioni climatiche spesso avverse”.riso Monte Rosa

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