Più equilibrio in risaia (sommersa e in asciutta) per ricaricare la falda

Più equilibrio in risaia (sommersa e in asciutta) per ricaricare la falda

Notarianni2Notarianni5Notarianni4Notarianni1Manrico Brustia, responsabile settore Riso e Irrigazione per Cia Piemonte, ha introdotto i lavori evidenziando i dati 2025. “A causa dei cambiamenti climatici e della minor disponibilità d’acqua – spiega Brustia – c’è la necessità di una programmazione e un’organizzazione delle semine più razionale, che aumenti la risaia in sommersione ristabilendo un equilibrio con il riso seminato in asciutta, e incentivando tutte le pratiche per la ricarica della falda che possono aiutare ai fini di un utilizzo il più virtuoso e sostenibile dell’acqua”.

Il consulente tecnico Cia Gabriele Balzaretti ha spiegato le differenze tra semina in acqua e in asciutta, indicando come la sommersione permetta di gestire meglio le infestanti e la risorsa idrica.

Giovanni Daghetta, responsabile nazionale Cia settore Riso, ha rimarcato che Cia, con questo convegno, ha coraggiosamente affrontato un tema difficile in quanto tornare a seminare in acqua è certamente più complicato, ma purtroppo, con il cambiamento climatico in atto, ineludibile. A partire dal 2022, anno della siccità, l’alternanza delle produzioni sta influendo in modo impattante anche sui prezzi di mercato del risone: gli acquirenti sono indotti ad anticipare gli acquisti e a tenere più scorte a magazzino.

I Consorzi irrigui, a voce unanime, hanno sottolineato come il deflusso ecologico possa condizionare tutto il sistema irriguo, riducendo notevolmente gli approvvigionamenti (quindi la coltivazione risicola). È necessaria una sperimentazione per dimostrare tutti i benefici, in termini di rilasci, che la risaia genera con la ricarica della falda. I Consorzi erano rappresentati da Ettore Fanfani – commissario Est Sesia, Diego Terruzzi – direttore Ovest Sesia, Alessandro Iacopino – direttore Consorzio Bonifica Baraggia Biellese e Vercellese, Alessandro Rota – presidente Associazione Irrigazione Est Ticino Villoresi.

Il climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli ha illustrato i dati raccolti dai centri di monitoraggio, che mostrano un aumento delle temperature sensibile negli ultimi anni. Gli elementi centrali del cambiamento in atto sono, tra gli altri: la riduzione dei ghiacciai, periodi caldi più lunghi e una tendenza alla diminuzione di precipitazione nevose. La politica, secondo la comunità scientifica, dovrebbe prestare più attenzione alle richieste di ascolto e dagli allarmi lanciati dai climatologi.

Stefano Calderoni, vicepresidente nazionale Anbi e responsabile nazionale Cia per le Risorse idriche, ha dichiarato che i cambiamenti climatici stanno modificando radicalmente il ciclo dell’acqua: nevica meno, le riserve naturali si riducono e le piogge sono sempre più concentrate e violente, quindi difficili da trattenere. In questo contesto non basta più gestire l’emergenza: servono investimenti strutturali in opere idrauliche per aumentare la capacità di stoccaggio e regolazione dell’acqua.

Ettore Fanfani, commissario Est Sesia: “Adattare l’applicazione del deflusso ecologico alle esigenze del territorio risicolo più importante d’Europa, adottando urgentemente deroghe al regolamento regionale e dell’Autorità di Bacino del Fiume Po. Incentivare con contributi significativi il ritorno alla semina in sommersione, per preservare la risorsa idrica quando è disponibile, ricaricare la falda e restituire l’acqua nel Po durante la stagione calda. Ma anche migliorare l’equità della distribuzione dell’acqua, uniformando le contribuzioni degli agricoltori. Le Terre del Riso sono un sistema peculiare, che impiega la risorsa idrica in un modo unico nell’ambito delle diverse colture agricole. Qui l’acqua viene distribuita su un ampio territorio, viene conservata, preservata, filtrata per ricaricare la falda, e quindi restituita all’ambiente, con benefici che si riverberano fino alla foce del Po. Sono stato forse il primo a sperimentare il deflusso minimo vitale, quello che è stato il “progenitore” dell’attuale deflusso ecologico. A questo proposito, con alcuni colleghi abbiamo coniato il termine DET, deflusso ecologico territoriale, ovvero il deflusso ecologico applicato a uno specifico territorio”.

Ancora: “La rete dei nostri canali distribuisce l’acqua in tutto il territorio, ma non la consuma. Anzi, la valorizza. Le derivazioni servono tanto per l’agricoltura, quanto per la produzione di energia pulita e rinnovabile, ma anche per la preservazione di un paesaggio, quello delle terre umide, che significa salvaguardia della biodiversità, di un ecosistema delicato e unico. È un paesaggio sistemico, coniugato con la sua naturalità. La produzione agricola stessa è coniugata con la naturalità del territorio. Qui, le zone umide dipendono ormai solo ed esclusivamente dai canali irrigui e dalle sommersioni. L’agricoltura, che nelle Terre del Riso è di assoluta eccellenza, svolge una funzione essenziale per preservare questo territorio, comprese le aree protette. Non possiamo togliere l’acqua da questo territorio, come accade con il deflusso ecologico. Dobbiamo invece incentivare il ritorno alle semine in sommersione, adottando incentivazioni che vadano ben oltre gli importi attuali”.Notarianni3

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