Più ricerca, meno burocrazia, alt alla concorrenza sleale. Tre “mantra” riecheggiati al convegno organizzato da Anga (Associazione nazionale giovani agricoltori) di Confagricoltura Vercelli-Biella, momento centrale della 46.a “Fiera in campo”. Appuntamento unico nel mondo risicolo, per tracciare il quadro del settore, alla vigilia della nuova stagione. “La risicoltura moderna, una storia italiana lunga 100 anni rivolta al futuro”, questo il tema con interventi coordinati da Fabrizio Filiberti, past direttore di Confagricoltura Vercelli-Biella, ruolo ora assunto da Simone Silvestri. Saluti di Luigi Perinotti (presidente Anga), poi sulla necessità di una svolta burocratica ha aperto Benedetto Coppo, presidente di Confagri interprovinciale (“Basta balzelli inutili”) con un richiamo anche all’urgenza di corsi di formazione perché nei campi c’è carenza di manodopera specializzata. E ancora: “Noi produttori dobbiamo essere protagonisti, viceversa corriamo il rischio di diventare mezzadri delle multinazionali”. Sulla ricerca Natalia Bobba, presidente di Ente Nazionale Risi: “Non deve fermarsi, non dobbiamo arrenderci all’ignoranza, a chi rifiuta il confronto”. E ha proseguito: “Non possiamo permettere che merce sfusa o confezionata arrivi in UE dal Sudest asiatico a tariffe agevolate. E sul fronte dei mercati stiamo lavorando affinché l’accordo con il Mercosur non venga sottoscritto dall’Italia”.
Un altro spunto è arrivato dal sindaco di Vercelli, Roberto Scheda: “Non siamo ancora riusciti a interrogarci come mai questo territorio, un unicum per quanto riguarda l’irrigazione, non abbia ancora ottenuto il riconoscimento Unesco”. Filip Haxhari, responsabile del miglioramento genetico del Centro Ricerche Ente Risi, ha parlato del centenario della prima ibridazione (avvenuta a Vercelli) che cambiò il corso della risicoltura italiana. E ancora: “Oggi ci sono troppe varietà, un corsa sbagliata, occorre ridurre il numero e puntare su quelle esistenti per rafforzarle”. L’impoverimento delle molecole dei prodotti anti-infestanti è stato uno dei temi trattato da Simone Silvestri, così come un problema è rappresentato dalla burocrazia con la ridondanza di documenti. La ricercatrice Vittoria Brambilla ha ricostruito l’iter delle Tea (Tecniche di evoluzione assistita) che nel nostro Paese hanno incontrato e incontrano tuttora difficoltà, malgrad il via libera. Brambilla si è riferita all’atto vandalico che ha semidistrutto il campo sperimentale in Lomellina. Ma ha anche parlato della sua determinazione, tanto che altri tre campi sperimentali di riso con le Tea saranno avviati in Lombardia e in Piemonte.
Paolo Bongioanni, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, ha annunciato l’intenzione di aprire a Vercelli un distaccamento di Agrion (Fondazione per la ricerca e l’innovazione in agricoltura) dedicandolo al settore riso. Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica: “L’agricoltura può dare un contributo economico e ambientale e mantenere la biodiversità”. E sull’antagonismo alla ricerca: “E’ figlia dell’ignoranza”.
Anche Luca Brondelli di Brondello è tornato sul trattato Mercosur: “Il rischio che arrivino 60 mila tonnellate di riso senza alcuna sicurezza di reciprocità. Teniamo conto che negli ultimi dieci nani l’import di riso in Ue è aumentato di oltre dieci volte”.
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