C’è stato in tempo (1997) in cui la superficie investita a risaia nel delta del Po ha raggiunto i 2235 ettari. Poi si è iniziato un lento, ma inesorabile declino, sino a toccare il record negativo del 2024: 475 ha. Colpa del cosiddetto cuneo salino, il fenomeno contro il quale agricoltori, ambientalisti, abitanti, lottano da sempre in quell’area d’Italia tanto fertile quanto esposta all’aggressione o all’ingressione delle del mare. I risicoltori hanno dovuto chinare la testa di fronte all’acqua che saliva, sommergeva i campi, rendeva impossibile ogni coltivazione. Ma non si sono mai arresi, ma persa la speranza. Dopo quasi trent’anni di lotte e tentativi, un primo importante traguardo: nel 2025 l’ettarato ha invertito la tendenza, raggiungendo i 595 ettari. Un segnale di risalita, questa volta della produzione, che dimostra quanto l’uomo – volendo – possa fare. Il +25,3% sull’anno record negativo è una percentuale che parla da sé. Ma non è frutto di un miracolo.
“È il segnale di un’inversione di tendenza rispetto al calo pressoché costante, registrato da decenni; non è la fine del problema, ma la conferma di essere sulla strada giusta” commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Le risaie sono tornate nel tratto finale dell’Isola di Ariano, dove Po di Donzella e Po di Goro scorrono paralleli prima di sfociare nel mare Adriatico. “Per il Delta del Po, 120 ettari di risaia in più significa aumentare la produzione agricola di qualità, ma anche riscoprire il paesaggio agricolo originario e quindi preservare la propria identità” spiega il direttore dell’ente consorziale, Rodolfo Laurenti.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie alla costruzione di impianto irriguo presso l’idrovora Goro e l’ammodernamento della rete irrigua con un’infrastruttura tubata, lunga 3 chilometri. Questi interventi hanno ora portato garanzia di approvvigionamento idrico fino in località Bacucco (l’acqua di bonifica del canale Veneto): i lavori, progettati e realizzati dal Consorzio di bonifica Delta del Po, sono stati finanziati con 9.800.000 euro di risorse P.S.R.N. (Piano di Sviluppo Rurale Nazionale), che hanno consentito anche altri interventi nell’Isola di Ariano.
“È la dimostrazione di come risorse ben utilizzate possano portare a risultati concreti talvolta anche in breve tempo. – sottolinea Massimo Gargano, direttore generale di ANBI – In questo caso si sommano due questioni, oggetto di attenzione nelle nostre strategie: preservare le aree umide dalla risalita del cuneo salino e valorizzare le zone interne, creando le condizioni per il permanere della popolazione, garantendone l’indispensabile presidio umano. Di fronte alla crisi climatica, infatti, è necessario avere un territorio più resiliente e ciò non può prescindere anche dal riequilibrare la pressione antropica.”
(Foto di Paolo Bertini)
You must be logged in to post a comment Login