“L’import selvaggio fa crollare i prezzi del riso italiano”

“L’import selvaggio fa crollare i prezzi del riso italiano”

“Le importazioni selvagge di riso straniero fanno crollare i prezzi di quello italiano. I produttori nazionali che si vedono pagare quasi la metà rispetto a pochi mesi fa, con cifre precipitate al di sotto dei costi di produzione”. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che sottolinea: “Le quotazioni all’origine del riso tricolore per le varietà più note come il Carnaroli o l’Arborio sono quasi dimezzate, passando indicativamente da 1-1,10 euro al chilo a 60-70 centesimi, nell’attuale campagna, nonostante una produzione di poco sopra i livelli dello scorso anno”.

“A pesare sono gli arrivi di riso straniero, aumentati del 10% nei primi sette mesi del 2025, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, per un totale di 208 milioni di chili. Una situazione aggravata dal fatto che il 60% di tutto il riso importato in Italia gode di tariffe agevolate – afferma Roberto Guerrini, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore risicolo -. Restano, oltretutto, preoccupanti le ultime notizie sull’evoluzione dei negoziati sulla revisione del Regolamento sul Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) che rischia di portare ad una clausola di salvaguardia che, seppur basata sull’automatismo, potrebbe rivelarsi totalmente inefficace per la tutela del riso europeo. Infatti, se applicata nelle modalità proposte, si attiverebbe solo al superamento di oltre 600mila tonnellate di riso base lavorato, una quantità assolutamente inaccettabile e inutile a difendere la filiera nazionale”.

“Non dimentichiamo che anche nell’intesa col Mercosur mancano reciprocità e regole comuni – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Come è necessaria anche la cancellazione della regola sull’origine del codice doganale, per dare vera trasparenza ai consumatori e tutelare i produttori di riso italiani ed europei, imponendo l’obbligo dell’origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione Europea. A rischio è il futuro di un settore che detiene il primato europeo con l’Italia che garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo. Il Piemonte conta 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari”.

A questo allarme si unisce Fabrizio Rizzotti, vicepresidente di Coldiretti Novara-Vco con delega territoriale al settore risicolo.

“Non dimentichiamo che anche nell’intesa col Mercosur mancano reciprocità e regole comuni – evidenziano il presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il direttore Luciano Salvadori – Come è necessaria anche la cancellazione della regola sull’origine del codice doganale, per dare vera trasparenza ai consumatori e tutelare i produttori di riso italiani ed europei, imponendo l’obbligo dell’origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione Europea. A rischio è il futuro di un settore che detiene il primato europeo con l’Italia che garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo”.Coldiretti riso straniero

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