L’estate in trincea dei “body guard” del brusone

di Gianfranco Quaglia

Un’estate in trincea. Per Giulia, Marinella, Simone, Massimo, Giorgio, Enzio, Andrea. Sono i “body guard”, ciascuno con le proprie competenze, del progetto di monitoraggio del “brusone” (la pyricularia grisea), il patogeno che aggredisce le pianticelle del riso e le necrotizzano sino a provocarne la morte e ridurre la produzione. Questa squadra della “security” è stata completata con le “sentinelle” tecnologiche, centraline agrometeorologiche captaspore posizionate nelle risaie vercellesi e novaresi. Un metodo unico, ormai collaudato, la cui efficacia è stata tanto più necessaria in quest’annata anomala, con temperature oscillanti (umidità e grande caldo, abbassamenti improvvisi), che hanno favorito la diffusione delle spore nell’aria. “Non ricordiamo una campagna così difficile, appesa al filo dell’andamento meteo” dice Marinella Rodolfi, micologa dell’Univerità di Pavia. “I bollettini diffusi e recapitati in tempo reale agli agricoltori sono stati molto severi, ma il nostro obiettivo era quello di far passare il concetto fra i risicoltori di non stare tranquilli”.

In altre parole: un monitoraggio costante preventivo, tale da indurre i coltivatori a tenersi pronti a intervenire nei momenti specifici con i pochi prodotti antagonisti consentiti. “Questo modello – come rileva Massimo Biloni – permette anche di ridurre l’impatto ambientale, i costi e i tempi. Con questo sistema la pyricularia viene tenuta sotto controllo. L’interrogativo maggiore è rappresentato dalle condizioni meteo: non sempre il grande caldo è in veicolo favorevole alla diffusione, la modellistica ci dice quando occorre intervenire con tempestività”.

La dura resistenza dell’estate 2020 è stata resa possibile da questo progetto finanziato dalla Regione Piemonte, con il supporto di Ente Nazionale Risi (in primo piano il tecnico Simone Silvestri), la Fondazione Agraria Novarse presieduta da Giulia Baldrighi; Fonzzione BPN; la Provincia diVercelli; Andrea Vecco, Guiorgio Bertone e Enziio Prozio per  la gestione dei sei captaspore nel Vercellese e nel Novarese, prodotti dalla ditta bolognse Lanzoni. 

 

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