L’airone nero in risaia segno del global warming

di Gianfranco Quaglia

Non era un abbaglio nella luce del mattino quella sagoma di volatile color pece che svettava sull’argine della risaia alcuni giorni fa. No, era un airone nero. Più che una rarità a queste latitudini, perché l’airone nero (Egretta ardesiaca) appartenente alla famiglia degli ardeidi vive prevalentemente in Africa o in Madagascar. L’avvistamento è avvenuto nelle risaie attorno alla Marangana (Biandrate, provincia di Novara), nota per essere stata la residenza di Sebastiano Vassalli, l’indimenticabile scrittore de “La Chimera” e di altre opere che hanno esaltato gli scenari orizzontali della pianura risicola. Anni fa, proprio Vassalli scoprì con stupore che la sua abitazione era circondata – e ancora oggi lo è – dagli Ibis del Nilo, stupendi uccelli migratori che si affiancavano agli aironi cinerini, alle garzette, insomma agli abituali abitatori della risaia. Non era mai accaduto prima al di sopra del 45° parallelo perché gli Ibis sono sì migratori, ma non stanziali. Un segno era evidente: si erano adattati alle condizioni della pianura piemontese, ma soprattutto avevano trovato l’habitat congeniale. Ora l’arrivo dell’airone nero ci suggerisce un’altra riflessione: il cambio di clima. In altre parole: il cosiddetto “global warming”, il riscaldamento globale sta mutando le condizioni di vita anche a pochi chilometri dalle Alpi, riproducendo situazioni tropicali adatte a molte specie di fauna. E – quasi un segno del destino – la presenza dell’Egretta ardesiaca è coincisa con la settimana delle manifestazioni del Fridays for the future. L’airone nero era stato avvistato e fotografato due anni or sono in Puglia, esattamente nel Salento, destando meraviglia e grande interesse degli ornitologi. Poi, più nulla. Ma ora la specie è ricomparsa al Nord. Si trova bene in compagnia di Ibis e aironi, fa riflettere anche gli scettici. Forse anche coloro che Greta la deridono o la odiano sui social. Vuoi vedere che ha ragione?  

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