La “pastasciuttara” che produce olio e riso

di Gianfranco Quaglia

Non esita a definirsi, con molta autoironia, una “pastasciuttaria de Roma”. Cristina Brizzolari, della tenuta agricola “La Mondina” di Casalbeltrame”, di proprietà della famiglia Luigi Guidobono Cavalchini, già ambasciatore a Parigi, si è guadagnata sul campo il titolo di “risaiola”. Non era facile per lei, venuta dalla Capitale, Amatriciana e carciofi alla giudia, immergersi in risaia e scoprire che il riso non è soltanto un cibo per malati e costipati. Invece ne ha fatto un “must”, partendo dalla terra, immergendosi anima e polpacci in questo mondo che il suocero ambasciatore le ha consegnato per guardare al futuro senza tradire il passato. Così, sull’onda della tradizione ma anche dell’innovazione, Cristina si è calata con umiltà nella terra degli avi acquisiti valorizzando le proprietà intrinsiche: dal complesso degli edifici, sottratti all’abbandono dei secoli, alle potenzialità dei campi. Così è nato il marchio “Riso Buono”, Carnaroli Classico, linea di riso nero aromatico “Artemide”, che viaggiano in tutto il mondo. Questa storia Cristina l’ha raccontata durante la tappa che nei giorni scorsi la Delegazione del Fai ha compiuto in questa tenuta nell’Est Sesia, in provincia di Novara, durante il tour dedicato ai cascinali nell’ambito del filo conduttore #laculturanonsiferma. L’ex “pastasciuttara” è donna di sfide estreme: non solo riso. Anni fa si è messa in testa che avrebbe messo a dimora gli ulivi. “Roba da meridionali” commentavano gli altri agricoltori. Lei, testarda e positiva, non ha rinunciato: gli alberi non solo sono cresciuti, Cristina ci ricava anche l’olio. Detto così, in questa terra di nebbie, è come dire l’impossibile fatto possibile.

 

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