Il sistema Piemonte ruolo strategico per il Made in Italy

Il sistema Piemonte ruolo strategico per il Made in Italy

Il ruolo strategico del Piemonte per il Made in Italy e l’agricoltura delle Langhe al centro del dibattito in occasione della presentazione del libro “Il fascino di un Paese straordinario” di Gianni Gagliardo, noto produttore vinicolo de La Morra e ambasciatore delle eccellenze piemontesi nel mondo. L’evento si è svolto a Torino, al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, con l’intervento del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.Gianni Gagliardo, Alberto Cirio

 Il valore del comparto vino e le prospettive future e le sfide del Piemonte, insieme al ruolo strategico delle colline Unesco hanno guidato la riflessione sul rapporto tra Sistema Piemonte e Made in Italy. Il tema ritorna infatti frequentemente all’interno del libro di Gagliardo, edito da Rubbettino, con prefazione di Gianni Letta e postfazione di Luca Cordero di Montezemolo.

 L’opera ripercorre oltre quarant’anni di esperienze nell’ambito dell’internazionalizzazione del vino italiano di uno dei primi pionieri del vino in Asia, Gianni Gagliardo che, dagli esordi degli anni ’80 in Corea, Taiwan e Singapore, ha portato il vino all’interno di un mercato al tempo dominato da etichette francesi, spagnole e australiane. Il libro è stato recentemente presentato anche al Senato, durante un incontro sul Made in Italy a cui hanno partecipato, oltre all’autore, Letta, Montezemolo, il senatore Francesco Boccia e il direttore Antonio Preziosi.

 Alberto Cirio“È un racconto che va oltre il vino, perché quello del Piemonte è anche un grande prodotto turistico, un brand da comunicare con orgoglio. Abbiamo una forza di territorio che ci permette di affrontare le difficoltà con lucidità e concretezza. Il mondo cambia, la globalizzazione ci tocca, ma il Piemonte resta forte per la sua capacità di unire tradizione e innovazione, radici e futuro, sempre con orgoglio e serietà”.

 Gianni Gagliardo: “Il successo del Made in Italy all’estero nasce da un intreccio di qualità, stile e narrazione. Parlando di export, ad esempio, il consumatore americano non compra solo vino, ma un’immagine positiva dell’Italia: quella della bellezza, dell’eleganza, della convivialità. I dazi cambiano, ma la cultura del vino e la fiducia nel nostro Paese restanoI dazi non hanno disincentivato in modo significativo il consumo di vino italiano, incluso il Barolo e altri grandi vini, negli Stati Uniti. Su una bottiglia da 40-50 dollari, un incremento del 15% è percepito come trascurabile dal consumatore medio”, spiega Gagliardo. “Il vero fattore di rallentamento è l’aumento generale dei prezzi, che riduce il potere d’acquisto complessivo delle famiglie.

 

Gianni Gagliardo, produttore di Barolo, scrittore e presidente di Deditus (già Accademia del Barolo) – l’associazione fondata nel 2011 che riunisce nove storiche famiglie produttrici di Barolo: Azelia, Cordero di Montezemolo, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti – ridimensiona inoltre l’impatto dei dazi sul vino italiano.

 Una considerazione basata su dati concreti: anche nel 2025, il produttore registra un aumento delle vendite negli USA, segno di un mercato “ancora estremamente ricettivo e dinamico”.

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