Droni in agricoltura. Non è un’assoluta novità, ma in questo caso si parla del loro utilizzo per la distribuzione dei fitofarmaci. Un tema nuovo che Andrea Vecco, responsabile del centro di formazione piloti UAS Risemys R.E.0092 ha battezzato con un titolo: “Il lungo volo europeo e italiano del drone”. L’argomento è stato trattato durante un convegno che si è svolto a Torino, nella struttura dell’Open Innovation Center di Banca Sella, dove sono intervenuti esperti del settore e ricercatori. Vecco ha illustrato “il difficoltoso decollo di un drone per la distribuzione dei fitofarmaci” perché incontra ancora difficoltà di accettarlo come evoluzione tecnologica agricola e non con voluminosa aeromobile, assoggettata a forti restrizioni dal punto di vista delle normative aeronautiche. Non solo – ha sottolineato Vecco – “c’è l’ancor più ardua ma necessaria procedura di omologare la lista di molecole chimiche dalla modalità di distribuzione con ordinarie barre irroratrici di terra al sistema di ugelli posti sul ventre del drone che oggi ha raggiunto capacità di portata apprezzabili e invidiabili sistemi di sicurezza e precisione”.
Il sistema, diffuso in quasi tutto il mondo, non ha ancora ottenuto il via libera in Europa e in Italia. Per confrontarsi sulle possibilità e prospettive sono intervenuti rappresentanti del mondo istituzionale, accademico, economico, scientifico, organizzazioni di categoria. Ricercatori di Disafa e del Politecnico di Torino hanno fatto il punto della situazione riguardante il lungo e complesso iter per le autorizzazioni inizialmente sperimentali e delle possibilità di fruizione sul nostro territorio. Per l’assessorato all’agricoltura Piemonte ha partecipato Paolo Aceto; per il Consiglio regionale i consiglieri Carlo Riva Vercellotti e Simona Pavonessa. Inoltre: il comandante Giorgio Longo direttore della scuola Risemys; Giorgio Venceslai di Ismea; Guido Gagliardi di Banca Sella. I relatori di Disafa e Politecnico hanno precisato che lo scenario normativo europeo, pur basandosi su un quadro legislativo di base che vieta l’irrorazione aerea, per quanto riguarda l’suo dei droni in agricoltura è regolamentato da diverse direttive e regolamenti, con ampi spazi di discrezionalità agli Stati membri. Ancora Vecco: “La direttiva recepita anche in Italia vieta generalmente l’irrorazione aerea, ma ammette deroghe in situazioni specifiche, lasciando appunto la loro applicazione agli stati membri. Nel nostro paese, l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) stabilisce le norme pe l’utilizzo dei droni, inclusi quelli in agricoltura, in termini di peso massimo al decollo, altezza massima consentita e requisiti per i piloti. Sono ammesse sperimentazioni solo e esclusivamente a soggetti sperimentatori pubblici ma l’assenza di prodotti fitosanitari registrati per l’applicazione via drone rende difficile uso legale al di fuori di queste attività”.
Alcuni Paesi, tra cui l’Italia, hanno chiesto alla Commissione Europea chiarimenti sulle procedure di valutazione e gestione del rischio, criteri specifici per l’utilizzo dei droni e per garantire la sicurezza delle operazioni. In sintesi: l’uso dei droni in campo agricolo, anche se non vietato, è regolamentato in modo complesso, con una forte influenza delle normative nazionali e delle deroghe alla direttiva europea sul divieto di irrorazione aerea. I professori Gay, Vidotto, Demarchi e Piras, in prima linea nella fase di sperimentazione, insieme a task-force accademiche di altre regioni quali Lombardia e Emilia Romagna, insieme con i servizi fitosanitari procederanno nell’acquisizione e elaborazione di dati utili ai ministeri interessati per arrivare all’autorizzazione finale dell’impiego in agricoltura.
La professoressa Maura Forte, presidente dell’associazione “Ponti di speranza” ed ex sindaco di Vercelli, moderatrice dell’incontro e reduce da una missione in Costa d’Avorio, ha descritto l’esperienza africana insieme con l’agronomo Luciano Conti, esprimendo la prontezza con cui le delegazioni ministeriali ivoriane in visita alla sede Risemys (Grangia di Montarucco di Trino vercellese) abbiano mutualizzato l’uso dei droni agricoli sul territorio del paese africano
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