I conti in tasca all’azienda risicola

di Gianfranco Quaglia

Uno studio dell’Associazione laureati in scienze agrarie e forestali di Vercelli, presieduto da Antonio Finassi, fotografa i costi di produzioni delle aziende risicole. Lo studio è stato realizzato da Giuseppe Sarasso, segretario della stessa associazione, anch’egli come Finassi accademico di Agricoltura. Evidenzia alcuni numeri che parlano senza bisogno di commenti: il gasolio agricolo in due anni è passato da 0,61 euro a 1,30 al litro; il fertilizzante urea (prodotto soprattutto in Russia) da 350 euro a 1000 euro/tonnellata. Una mietitrebbiatrice dal 2020 al 2022 è balzata da 280 mila euro a 450 mila. Cifre insopportabili per la maggior parte delle aziende, tanto che quelle medio-piccole non possono reggere e devono affidarsi per le lavorazioni ai contoterzisti, come sottolinea il presidente dell’associazione Beppe Delsignore. E’ stata calcolata anche la spesa per ettaro di un’azienda di 300 ettari: 3.189 euro. “Soltanto questa – dice Sarasso – potrebbe essere in attivo, considerando una remunerazione media di 512 euro/tonnellata pe il riso prodotto. Se non si arrivasse almeno a 600 euro /tonnellata le altre imprese non riuscirebero a sopravvivere. Un’altra incertezza è rappresentata dalla direttiva europea Farm to Fork. Pe il riso, il dimezzamento dei diserbanti sarebbe un disastro: metà dosi non sono letali per le infestanti, quindi inutili”.

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