Europarlamento: nessun accordo sul riso senza clausola di salvaguardia

Europarlamento: nessun accordo sul riso senza clausola di salvaguardia

Un secco no del Parlamento europeo, determinato a rifiutare ogni possibile accordo con il Consiglio e la Commissione in merito alla revisione del regolamento SPG (Sistema preferenze generalizzate) se non sarà prevista una clausola di salvaguardia automatica per il riso importato dai Paesi Meno Avanzati. Tra questi rientrano Cambogia e Myanmar che nella scorsa campagna di commercializzazione hanno invaso il mercato europeo con circa 480.000 tonnellate di riso base lavorato in esenzione da dazio.

“Con questa fermezza – sottolinea una nota di Ente Nazionale Risi – è stato bloccato il trilogo avviato negli scorsi giorni quando la Commissione ha presentato una norma in cui propone, come già avvenuto nel precedente mandato, la previsione nel regolamento SPG di una norma contenente un semplice regime di “sorveglianza” che nella pratica non porta a nessun risultato positivo per il settore”.

La presidente Natalia Bobba: “Voglio ringraziare i parlamentari europei che si sono confrontati in questi giorni con le organizzazioni del settore e con gli uffici dell’Ente Nazionale Risi e che credono fermamente che debba essere reso operativo, quanto prima, il principio di reciprocità garantendo così alle nostre aziende di poter competere con chi applica le stesse regole a cui sono obbligati i risicoltori italiani e comunitari. La tutela della filiera e dei cittadini dell’Unione è un valore fondamentale da difendere”.

Sulla vicenda intervengono anche Coldiretti e Filiera Italia. “Come sollecitato da Coldiretti e Filiera Italia e conseguentemente riconosciuto dal Parlamento Europeo, che ne ha sempre sostenuto l’inserimento, la clausola di salvaguardia è l’unico strumento di tutela per il nostro riso e quello europeo. Le importazioni dalla Cambogia e dal Myanmar (ex Birmania) hanno già segnato un +13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un picco del 40% per il riso tipo Indica”, afferma Roberto Guerrini, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore risicolo.

“Nonostante lo stop al trilogo, rimane la necessità di far proseguire i negoziati, per giungere ad una conclusione dell’accordo che preveda l’automatismo dell’attivazione della clausola di salvaguardia. La Commissione europea e il Consiglio devono rivedere la propria posizione affinché, attraverso la clausola di salvaguardia automatica, si diano risposte concrete di tutela al nostro settore risicolo”, evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.

In particolare, Coldiretti e Filiera Italia chiedono l’attivazione automatica della clausola al superamento di una determinata quota delle importazioni rispetto ad un valore di riferimento precedente.

“Basti ricordare che oggi oltre il 60% del riso importato dall’Italia è a dazio agevolato. All’applicazione della clausola automatica dovrà poi seguire l’applicazione del principio di reciprocità volto a tutelare non solo la filiera, ma anche i cittadini consumatori da prodotti con standard ambientali e qualitativi ben al di sotto delle produzioni europee e italiane – proseguono Brizzolari e Rivarossa -. L’Italia garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo con 9 risaie su 10 concentrate fra la Lombardia, Veneto e Piemonte che conta 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari”.Parlamentoeuropeo_2764_39787

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