Effetto Covid-19: su i consumi di carni suine, -38% il fatturato degli allevatori

Effetto Covid-19: su i consumi di carni suine, -38% il fatturato degli allevatori

Nel mese di aprile i consumi domestici di carni suine sono aumentati dell’1,3% in volume; allo stesso modo si registra un aumento dell’11,3% in valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma all’origine, nel mese di dicembre i suini pesanti (160-176 kg) erano pagati al produttore 1,79 euro al chilo; gli stessi animali oggi sono pagati 1,11 euro al chilo: il calo di fatturato, per gli allevatori, è nell’ordine del 38%.

Lo rileva Ismea, che riscontra una dinamica positiva sia per la spesa dei salumi (+8,4%), sia per le quantità acquistate (+4,6%).

Nel periodo che va dal 23 marzo 2020 al 19 aprile 2020, sempre in base alle rilevazioni di Ismea, il prezzo medio al consumo della carne fresca è risultato pari a 7,51 euro/kg, in aumento sia rispetto alle quattro settimane precedenti (+1,6%), sia rispetto allo stesso periodo del 2019 (+11,3%).

I consumatori dunque privilegiano i consumi di carne di maiale in questo tempo di crisi e spendono di più, ma nelle tasche degli allevatori i ricavi diminuiscono.

Nel mese di aprile 2020 l’indice dei prezzi alla produzione dei suini da macello (2010=100) mostra ancora una leggera diminuzione rispetto al mese precedente (-1,8%).

I dati sono ufficiali, della Commissione Unica Nazionale dei suini da macello del Ministero delle Politiche Agricole e della Borsa Telematica Italiana.

Nel mese di marzo 2020, l’indice Ismea dei costi per gli allevamenti suini (ultimi dati disponibili) ha subito un leggero aumento (+1,9%) sia rispetto al mese precedente, sia, in maniera più consistente, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+12,7%).

“Oggi dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – i ricavi non sono più sufficienti a coprire i costi di produzione. Il COVID-19 ha assestato un colpo durissimo a un comparto già in difficoltà”.

Il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro fa rilevare che “oggi gli allevatori perdono tra gli 80 e i 100 euro a capo: la ripresa non sarà immediata e ci vorranno mesi per esaurire le scorte. Ad accrescere le difficoltà del comparto ci sono i costi dell’alimentazione in deciso aumento, a causa dell’innalzamento dei prezzi delle materie prime, soia e crusca in particolare, per via di ritardi nell’attracco delle navi in arrivo e delle difficoltà nei trasporti”.

In Italia si importano 53 milioni di cosce di suini, a fronte di 20 milioni prodotte.

Per Confagricoltura serve un “patto di filiera”, dove ogni anello della catena faccia la propria parte. “Riteniamo urgente aggiunge Ercole Zuccaro un’azione di moral suasion da parte delle istituzioni sugli operatori della trasformazione, affinché prediligano materia prima nazionale rispetto a quella estera; chiediamo anche alla distribuzione organizzata di lavorare tenendo presente quello che sta succedendo negli allevamenti”.

maiali

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