Dalla Pac al fondo unico, a Bruxelles il “no” degli agricoltori italiani

Dalla Pac al fondo unico, a  Bruxelles il “no” degli agricoltori italiani

Pac2Pac3Agricoltori in marcia a Bruxelles per protestare contro l’accorpamento della Pac (Politica agricola  comune) al Fondo unico. Le organizzazioni agricole lanciano la sfida. Ha cominciato Coldiretti che è scesa in piazza “per denunciare il tentativo dei tecnocrati europei, guidati da Ursula Von der Leyen, di distruggere l’agricoltura, la produzione di cibo e la sicurezza alimentare in Europa, mettendo a rischio le fondamenta stesse della democrazia”. L’iniziativa ha coinvolto centinaia di giovani di Coldiretti, che hanno esposto striscioni raffiguranti Ursula Von der Leyen nella sua “Vonderland”, accompagnati da messaggi come: “non spegnere la democrazia!”, “non spegnere la salute” “non spegnere l’agricoltura”. Gli striscioni, oltre ad essere stati esposti dal palazzo di Farm Europe a Bruxelles a pochi passi da quello di Berlaymont, sede della Commissione Europea, sono stati alzati in cielo anche in alcuni luoghi iconici di Roma come il Colosseo, Fontana di Trevi e Piazza Navona, e con valore anche politico come il Senato.

A Bruxelles ha preso parte alla protesta la presidente di Coldiretti Piemonte e membro di giunta nazionale, Cristina Brizzolari. La protesta arriva a pochi giorni dall’annuncio di Trump della stangata sui dazi pe l’Ue al 30%.

“E’ in gioco la democrazia e la stessa idea di Europa – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Un’Europa che toglie risorse alla produzione di cibo per destinarle al riarmo, che apre le porte a prodotti stranieri privi di garanzie, che firma accordi senza reciprocità e impone regolamenti scollegati dalla realtà agricola. Questa non è l’Europa che vogliamo. Un’Europa che in questo momento si ritrova a trattare con la minaccia di dazi USA al 30% figli di un’incapacità della Von der Leyen di negoziare in prima persona e di difendere la nostra economia. Non accetteremo più decisioni imposte dalla Presidente, senza confronto, senza ascolto, senza dignità. Dobbiamo fermare chi vuole smantellare la Politica Agricola Comune per finanziare i carri armati al posto del pane. Una tecnocrazia cieca e arrogante, chiusa nei palazzi della Commissione, sta stravolgendo lo spirito originario dell’Unione, nata per unire i popoli e non per opprimerli. Senza agricoltura non c’è sovranità, senza cibo non c’è pace, c’è solo guerra. Coldiretti si mobilita per difendere il cuore dell’Europa vera: quella delle campagne, del lavoro, delle comunità”.

La proposta di accorpamento della PAC al Fondo Unico europeo diventa effettiva, stando alla bozza del National Plan Regulation della Commissione Ue che sarà presentato domani. Una proposta che Confagricoltura ha sempre rifiutato e che oggi la Giunta confederale, riunita a Bruxelles, commenta con forte preoccupazione.

“Non siamo per nulla d’accordo con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: l’agricoltura non sarà rafforzata se con il prossimo bilancio si taglia di 86 miliardi il budget relativo ai pagamenti diretti agli agricoltori. I 300 miliardi annunciati, rispetto ai 386 del periodo 2021/2027, non sono sufficienti ad affrontare le emergenze e le sfide che il settore primario europeo sta vivendo”. E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ospite a Sky Tg24 Economia, alla presentazione del Quadro Finanziario Pluriennale europeo.

“Quanto presentato oggi dimostra che la Commissione non è attenta al mondo dell’agricoltura, e non investire in agricoltura significa mettere in difficoltà le nostre produzioni e i cittadini, che non potranno più acquistare prodotti alimentari sicuri e di qualità. Siamo di fronte a una vera e propria dichiarazione di guerra, ne prendiamo atto. – aggiunge Giansanti – Le parole di von der Leyen sul ruolo strategico del settore primario pronunciate in campagna elettorale stridono con quanto affermato oggi: la presidente sosteneva di essere un punto di riferimento per gli agricoltori, ma non è così. L’agricoltura da oltre 60 anni è alla base dell’Europa: oggi von der Leyen la smantella per qualche arma in più. Stiamo rischiando di dire basta a una visione comune: è l’inizio del processo di smantellamento dell’Ue. La presidente si sta prendendo una responsabilità incredibile”. – conclude il presidente di Confagricoltura.

“L’Europa è nata sui campi e la Pac è il suo cuore verde. Per questo, Cia-Agricoltori Italiani dice ancora una volta “no” al Fondo unico e al taglio di risorse per la Politica agricola comunitaria, spina dorsale della sicurezza alimentare Ue. Vergognoso e indicibile attacco all’agricoltura. La Pac annacquata con il Fondo unico e un taglio di quasi il 30% delle risorse per il settore, faranno l’Europa a brandelli, quando tra dazi e crisi globali la presidente Ursula von der Leyen aveva l’occasione unica di dare prova di credibilità agli europei, di rafforzare la coesione e l’autorevolezza dell’Unione a difesa dell’unica leva di sviluppo e competitività possibile, la sua sicurezza alimentare. Così, invece, la Pac è stata disintegrata”. È questo il commento a caldo del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, fuori da Piazza Berlaymont, davanti la sede della Commissione Ue a Bruxelles, dove la presidente von der Leyen ha concluso la presentazione del Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, attesa dagli agricoltori della Confederazione, lì fuori in marcia con il Copa-Cogeca. Arriva la dimostrazione imbarazzante che gli interessi veri di questa Europa sono altri, non i conti degli agricoltori, ma tanto meno la sopravvivenza agroalimentare Ue e la sua autonomia da importazioni forzate e concorrenza sleale”.

“La von der Leyen avrebbe dovuto difendere l’Europa e l’agricoltura, la produzione di cibo sano e accessibile a tutti -chiosa Fini- dalla scellerata corsa agli armamenti. Perché il Fondo unico metterà in competizione i settori e gli Stati membri, e a nulla servirà la certezza dei 300 miliardi appena annunciati, meno degli attuali, quando al comparto ne sarebbero serviti da tempo molti di più. Aspettiamo di leggere il dossier e di capire le regole del gioco, ma così è la fine dell’agricoltura. Ci chiediamo come intenda la von der Leyen garantire, adesso, cibo agli europei”.

 

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