Coronavirus: l’Italia chiama, l’agricoltura risponde

Coronavirus: l’Italia chiama, l’agricoltura risponde

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di Fabrizio Filiberti

“Concentriamoci su ciò che sappiamo fare meglio: produrre”

In questi giorni ci stiamo impegnando per la nostra amata Italia. Ora noi agricoltori dobbiamo concentrarci su ciò che sappiamo fare meglio: produrre. Certamente ci saranno difficoltà, ma dobbiamo mantenere il sangue freddo. L’Italia ci chiama, a noi rispondere!

Un’esortazione a continuare con l’impegno che da sempre contraddistingue il settore primario: “Assicurare materie prime anche in situazione di difficoltà. Donne, uomini e imprese agricole che producono cibo sono il primo anello di una filiera – la prima del sistema economico italiano – che oggi, in particolare, non deve essere interrotta e arrivare al consumatore”.

Dalle crisi si esce rafforzati; lavoriamo tutti insieme per garantire la sicurezza e la qualità simboli del cibo italiano, con la competenza e la professionalità necessarie.

Pac, la Corte Ue certifica il caos: la proroga annuale va usata per migliorare la riforma

La politica agricola europea è in una fase di transizione ed è necessaria continuità. Tuttavia occorrono anche norme chiare perchè si registrano ritardi nell’approvazione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e della politica agricola comune per il periodo successivo al 2020. Lo indica un rapporto della Corte dei conti Ue secondo la quale i ritardi rinvieranno di almeno un anno l’applicazione di una Pac più ambiziosa. Di qui la necessità di usare «il tempo supplementare per affrontare le sfide climatico-ambientali illustrate nel Green Deal, assicurare una solida governance della futura Pac e puntellarne il quadro».

Nel rapporto viene evidenziato che la Commissione ha proposto di prorogare l’attuale quadro normativo e di continuare a finanziare la politica agricola in base agli importi proposti per il bilancio concernente il periodo successivo al 2020. Il regolamento transitorio proposto mira a fornire certezza e continuità nella concessione del sostegno e ad agevolare la transizione dal periodo in corso a quello successivo. Le norme transitorie proposte per il 2021 partono dal presupposto che l’entrata in vigore della nuova Pac – inizialmente prevista per il 1° gennaio 2021 – sarà posticipata di un anno. La Corte ha esaminato se le norme proposte siano chiare sul piano giuridico e prudenti sul piano finanziario, analizzandone anche le implicazioni per la Pac post 2020.

«Considerata la situazione del dibattito in corso fra il Parlamento europeo e il Consiglio, potrebbe risultare difficoltoso applicare il nuovo quadro normativo e i piani strategici per la Pac a partire dal 2022», afferma João Figueiredo, il membro della Corte responsabile del parere. La proposta della Commissione offre agli Stati membri la possibilità di prorogare di un anno i rispettivi programmi di sviluppo rurale, fino alla fine del 2021. La Corte sottolinea che gli Stati membri «dovrebbero continuare ad affrontare le problematiche climatiche e ambientali puntando a livelli di risultato almeno pari, se non superiori, a quelli perseguiti fino ad ora, utilizzando eventuali nuove risorse finanziarie secondo le vecchie norme ».

La Corte osserva inoltre che si è prestata un’attenzione crescente ai pagamenti erogati ad agricoltori che non sono realmente tali, ma che acquistano terreni agricoli per ricevere i pagamenti Pac; invita la Commissione e i responsabili delle politiche a usare l’anno supplementare per valutare i rischi correlati e la necessità di rivedere i criteri stabiliti nelle proposte legislative relative alla Pac post 2020. Precisa infine che la valutazione ex post dell’attuale periodo è rinviata alla fine del 2026.

Ne consegue, conclude il rapporto, che la Commissione preparerebbe la propria proposta per la Pac successiva al 2027 senza aver pienamente valutato la performance della politica agricola comune del periodo 2014 2020.

 

 

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