“Forsa Piemunt- Date n’andi”. Questo lo slogan dei settemila agricoltori che da tutto il Piemonte hanno raggiunto il grattacielo della Regione con un grande corteo e con i loro trattori. Tanti i cartelli che denunciano: “+atti concreti – selfie”, “non dobbiamo pagare il prezzo per tutti”, “non affossate l’agricoltura”, “intervenire subito per garantire un futuro al Piemonte”.
Difendere il territorio, il lavoro, il cibo del Piemonte: è ora che la Regione apra gli occhi e dia risposte concrete alle imprese perché il sistema agricolo non può più aspettare. E’ la denuncia di Coldiretti Piemonte in occasione della mobilitazione “Forsa Piemunt- Date n’andi”, in piazza Piemonte a Torino, con il presidente di Coldiretti Piemonte, Cristina Brizzolari, il delegato confederale, Bruno Rivarossa con l’intera giunta regionale. Poi il confronto con il governatore, Alberto Cirio, e gli assessori regionali all’Agricoltura e all’Ambiente, Paolo Bongioanni, salito poi sul palco, e Matteo Marnati, insieme ai direttori dei relativi settori, che si sono impegnati a portare avanti le istanze esposte da Coldiretti Piemonte.
“I nostri agricoltori difendono la biodiversità e le eccellenze del Piemonte che conta ben 14 Dop, 10 Igp, 4 Stg, 19 Docg, 42 Doc e oltre 40 Sigilli di Campagna Amica, presidiano territori altrimenti disabitati, riducendo il rischio del dissesto idrogeologico e gli effetti dei cambiamenti climatici, producono cibo sano, sicuro e rigorosamente controllato dalle strette normative che vigono nel nostro Paese, ma per continuare a fare tutto ciò, garantendo oltretutto occupazione ed economia territoriale, è necessario che la Regione si impegni concretamente. Per questo abbiamo voluto mettere al centro dell’attenzione l’agricoltura a 360 gradi – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. A fronte anche dei cambiamenti climatici, serve una nuova linea di indirizzo politico e di programmazione che integri i fondi e distribuisca adeguatamente le risorse”.
Durante la mobilitazione è stato presentato uno specifico documento con 12 punti dettagliati che rappresentano le priorità per il comparto agricolo:
- Semplificazione amministrativa e lotta alla burocrazia che pesa sulle aziende
- Stop alla duplicazione dei controlli nelle aziende agricole: utilizzare il Registro unico e applicare la diffida prima della sanzione
- Sostegno al cibo locale e abolizione della regola dell’origine nel codice doganale per prodotti agroalimentari
- Filiere produttive: istituire un Fondo regionale per le filiere in crisi
- Assicurazioni agricole: risorse aggiuntive per le polizze agevolate
- Lavoro stagionale: tra carenza di manodopera e necessità di alloggi per i lavoratori stagionali
- Qualità dell’aria: le aziende zootecniche non sono nemiche dell’ambiente!
- Ambiente: Acqua e suolo
- Gestione irrigua: serve un piano regionale di invasi con pompaggio e investimenti nella subirrigazione
- Governo del suolo: stop pannelli selvaggi a terra!
- Contrasto alle fitopatie: rafforzare il Servizio fitosanitario regionale
- Fauna selvatica incontrollata e sistema venatorio: è tempo di fare scelte per l’equilibrio degli ecosistemi
- Politica Agricola Comune (PAC): servono più risorse e da spendere meglio!
- Politiche per la montagna e valorizzazione del “Prodotto di Montagna”
“La nostra mobilitazione prosegue fino a quando non avremo risultati concreti su tutto quanto è urgente per la nostra agricoltura e per la difesa del reddito delle nostre imprese – sottolineano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. La nostra agricoltura ha dimostrato di essere un motore insostituibile di crescita, capace di generare valore, occupazione e identità e, ancora più in questo momento di conflitti e guerre commerciali, va valorizzata poiché rappresenta un comparto strategico per la produzione di cibo”.






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