di Gianfranco Quaglia

Ora che tutto è finito, che il capitolo UniCredit è alle spalle, con il ritiro dall’offerta sulla banca, Domenico De Angelis, condirettore generale di Banco Bpm, nel cuore dell’estate guarda al futuro con un occhio rivolto al passato. Traduzione: uno slancio ancora maggiore per confermare il forte attaccamento al territorio, che per il manager significa non dimenticare le origini, il punto di partenza. Leggi: Banca Popolare di Novara, l’istituto di credito nato nella città dove De Angelis ha scelto di mettere radici profonde da oltre 25 anni. Con un rapporto diretto con altrettanta solidità, la gente che vive e opera in questa e attorno a una città in forte espansione, impiantata su piccole e medie imprese e un settore, quello primario.
Già, proprio l’agricoltura, l’humus da cui la “Novara” proviene a partire dall’Ottocento. Ma non soltanto il legame storico o un tributo d’affetto hanno spinto Domenico De Angelis ad avere un atteggiamento di riguardo nei confronti del mondo agricolo. Lui stesso si è immerso nell’attività, nel senso più concreto del termine, aprendo un’azienda agricola nel Monferrato, in provincia di Alessandria. “Ma è anche una vocazione ben presente in tutto il Gruppo Banco Bpm, proprio perché operiamo in territori dove l’agricoltura ha scritto la storia. – sottolinea De Angelis – Pensiamo alla Lodi, in un’area dove dopo anni difficilissimi e di sacrificio ora gli allevatori stanno raccogliendo risultati soddisfacenti. Ma si fa presto a parlare di agricoltura. Non è più sufficiente, per una banca, stare vicino e sostenere gli agricoltori semplicemente con aiuti finanziari. Il comparto è cambiato e occorre tener conto di tutte le variabili. Una su tutte? Il cambiamento climatico. Posso dirlo e toccare con mano io stesso: dopo un anno disastroso, il 2025 sarà ancora problematico per il settore corilicolo. Insomma, tutto complicato per chi produce nocciole. Mai accaduto che due anni consecutivi siano negativi. Eppure è così: calure sahariane che si alternano a bombe d’acqua distruttive, difficile anche per i più esperti agricoltori tenere testa a questi capovolgimenti. Non solo il clima, anche la stagionalità è cambiata. Ma è soltanto un esempio, dovuto alle condizioni meteo. Insomma, a maggior ragione l’agricoltura necessita di ulteriori sostegni da parte delle banche anche a causa del clima. Mai come ora riceviamo richieste di interventi strutturali alle quali dobbiamo essere pronti e preparati per dare risposte puntuali e specifiche. Usciamo da questi mesi difficili segnati da incertezze, ancora maggiormente rafforzati da un senso di responsabilità nei confronti del localismo, del territorio e delle pmi, di cui l’agricoltura rappresenta uno dei settori cardine. Un settore, tra l’altro, dove abbiamo sempre avuto minor problemi di qualità del credito”.
Vale a dire un rapporto fiduciario secolare, mai tradito
“Rispetto alle altre piccole e medie aziende l’agricoltura rappresenta un tema particolare, che solo chi lo svolge sa quantificare e spiegare. E noi sappiamo anche che l’agricoltore per natura è pronto a sacrificare se stesso e la famiglia prima di arrendersi. Insomma, è un emblema, e dobbiamo tenerne conto quando un’azienda bussa alla banca. Ho parlato di clima, ma non l’unico ostacolo. L’agricoltore deve misurarsi con la fluttuazione dei prezzi e i costi di produzione in continua ascesa, come i fertilizzanti. Confrontandolo con altri settori quello primario è sicuramente tra i più esposti”.
Rispetto al passato come è cambiato l’approccio da parte della banca con il mondo dei campi?
“Abbiamo creato una filiera dedicata, con esperti in grado di parlare agli agricoltori. Il glossario e la realtà dei campi sono molto diversi dal resto del mondo produttivo, richiedono competenze specifiche, tecnici preparati che noi mettiamo a disposizione per risolvere i problemi e venire in aiuto alle aziende. Insomma, con le nuove generazioni di agricoltori è necessario un approccio al passo con i tempi, in grado di individuare soluzioni specifiche e avanzate che vanno dagli investimenti sino all’acquisto e alla manutenzione dei mezzi agricoli. Tenendo conto di alcuni fondamentali: la valutazione del capitale delle aziende qui è molto diversa da tutte le altre. Basti pensare che i ritorni sono assai più lunghi rispetto a settori industriali. Quando metti a dimora una barbatella di Grignolino o Barbera devi pensare che raccoglierai il prodotto soltanto dopo quattro anni. E per le nocciole? Almeno cinque. E se consideri che i più grandi investimenti sono richiesti proprio nei primi anni perché la coltura necessita di maggior cure e costi con fertilizzanti e antiparassitari, allora puoi redigere un piano di ammortamento. Ecco perché la nostra banca ha creato un team di iperspecialisti dedicati al mondo agricolo, consapevoli di dover accompagnare nelle scelte persone che affrontano attività molto complesse”.
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