Agroalimentare magia del dopo-Covid

di Gianfranco Quaglia

E dopo il Covid-19? Abbiamo una carta da giocare di cui l’Italia può vantarsi in tutto il mondo: l’agroalimentare.  Nessuno può tenerci testa e questo jolly andrebbe speso bene. Il rilancio passa anche dalla terra e dalla tavola, un patrimonio-traino che fa la differenza. E dare anche un’opportunità al futuro dei giovani. Parole e certezze che emergono da un webinar, seminario a distanza organizzato da Gabriella Colla, referente dell’Ufficio scolastico territoriale di Novara, che ha coinvolto imprenditori ed educatori. Il rilancio dal punto di vista economico può correre su una nuova autostrada del sole, l’industria 4.0, come dice Gianni Filippa, presidente dell’Associazione Industriali di Novara, Vercelli e Valsesia, un osservatorio importante che rappresenta un’area con grandi possibilità: in pratica gran parte del Piemonte orientale dove l’agricoltura, guarda caso, recita un ruolo da protagonista a cominciare dalla risicoltura per arrivare ai fiori e al vino. Non trascuriamola – dice Filippa – anzi, valorizziamo il potenziale di questo made in Italy “luxury”. Ce lo invidiano tutti. Come conferma Riccardo Garosci, imprenditore torinese di lungo corso nel settore food, oggi alla guida della Maison d’Italie-Citè Universitaire de Paris. Un punto di vista condiviso attraverso un altro filtro privilegiato, quello di Ananavaleria Guazzieri, cuore e anima veneziani, responsabile istruzione del Consolato generale d’Italia a New York: “Il food del nostro Paese negli Usa è un must irrinunciabile. Ricercato, ambito, spingiamo in questo senso, invito i giovani tutti a scambiare le loro esperienze anche attraverso il web, a lanciare ricette e suggerimenti. Non avete idea del successo”.
Già, i giovani. La parola a Tommaso Pontremoli (Consulta provinciale studenti di Novara): “Guardiamo all’agenda Onu 2030, stiamo portando avanti i concetti della sostenibilità. Noi siamo pronti”. Se la nuova autostrada del sole porterà lontano, il cammino si è già iniziato.

 

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